SCOPRI L’ARTE ROMANA L’ARTE AL SERVIZIO DELLA CITTÀ La caratteristica più evidente dell’arte dei Romani, che rispecchia lo spirito concreto di questo popolo, è l’ , come appare evidente nell’architettura. I Romani, infatti, dovevano organizzare e tenere sotto controllo un vastissimo territorio: costruiscono così una rete capillare di strade che da Roma conducono a tutte le città dell’impero, e numerosi acquedotti per l’approvvigionamento dell’acqua. In tutte le città, poi, vengono realizzati sistemi fognari e le opere pubbliche necessarie per la vita quotidiana dei cittadini, come terme, teatri e anfiteatri. utilità IL PRESTIGIO DI ROMA L’arte romana è anche , che vuole esaltare la potenza di Roma, le vittorie dell’esercito romano e dei suoi condottieri. In tutte le province dell’impero vengono eretti monumenti celebrativi: , colonne, edifici pubblici che ancora oggi ricordano a tutti le straordinarie imprese dei Romani. Con lo stesso scopo, e in forte legame con le antiche tradizioni dei padri, gli artisti romani ricorrono spesso al . Questa tipologia di scultura, infatti, narra in modo dettagliato momenti della vita politica o religiosa romana per celebrarne l’importanza. In epoca imperiale la scultura è messa al servizio del potere. I degli imperatori e dei membri della sua famiglia divengono un vero e proprio strumento di propaganda politica. arte di propaganda archi di trionfo rilievo storico ritratti ufficiali Arco di Tito (80-85 d.C.). Roma. L’ è chiamato così perché da qui passavano i cortei trionfali che giungevano a Roma, o in altre città dell’impero, dopo una vittoria: l’esercito, con il ricco bottino strappato alle popolazioni sconfitte, sfilava sotto il monumento, guidato dal suo comandante o dall’imperatore. Gli archi erano spesso decorati con sculture e rilievi che celebravano l’impresa per la quale erano stati eretti. I TRIONFI DEI GENERALI arco di trionfo (fine del II secolo a.C.), marmo. Parigi, Museo del Louvre. Fregio dell’Ara di Domizio Enobarbo La cosiddetta , probabilmente un basamento per statue del II secolo a.C., è un esempio dei soggetti tradizionali del : vi è rappresentata un’antica cerimonia durante la quale i magistrati romani offrivano alcuni animali in sacrificio agli dei. UN’ANTICA CERIMONIA Ara di Domizio Enobarbo rilievo storico (176-180 d.C.), bronzo dorato, h 424 cm. Roma, Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori. Statua equestre di Marco Aurelio Una delle tipologie di ritratto più frequente è il : l’imperatore è cioè raffigurato come un condottiero vittorioso a cavallo. In questo caso si tratta dell’imperatore Marco Aurelio che torna vittorioso dalla guerra: la mano sollevata, alla quale corrisponde la zampa alzata del cavallo che avanza sicuro, è un saluto “tranquillizzante” che annuncia la vittoria e il ritorno della pace. L’IMPERATORE A CAVALLO ritratto equestre LA PITTURA: SOLO UN’ECO DI CIÒ CHE ERA La pittura romana, come quella greca, è andata quasi completamente perduta. Un’eco di quest’arte ci proviene dalla serie di scoperti in Egitto (conquistato dai Romani nel 30 a.C.): si tratta di dipinti realizzati con la tecnica dell’ , appresa dai Greci, che consiste nel mescolare i colori con la cera calda. Sono giunti fino a noi anche numerosi che decoravano le abitazioni dei cittadini più ricchi di Pompei ed Ercolano, le due città campane distrutte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ritratti funebri encausto affreschi (I secolo d.C.). Il Cairo, Museo Egizio (dall’oasi del Fayyum). Ritratto funebre Dall’Egitto romano sono giunti fino a noi circa 600 ritratti funebri realizzati su tavole di legno che il clima secco del deserto ha perfettamente conservato. I ritratti, di uomini, donne e bambini, ricoprivano i volti di mummie di età romana (dal I al IV secolo d.C.). Queste raffigurazioni colpiscono per il loro . UN RITRATTO FUNEBRE realismo