Le origini e il Duecento Essi utilizzano come punto di partenza la lingua dei Siciliani, riuscendo però a creare un linguaggio personale, un «volgare illustre (come dirà Dante nel De vulgari eloquentia, intendendo il fiorentino depurato dalle espressioni più basse e idiomatiche e portato a un altissimo livello letterario), cristallino e armonico. Al lessico della tradizione, rigorosamente selezionato, i poeti dello Stilnovo aggiungono termini filosofici ed espressioni più adatte a descrivere i moti d animo dell io lirico. 3 Da Bologna a Firenze Guido Guinizzelli precursore dello Stilnovo L iniziatore della corrente è stato tradizionalmente considerato il bolognese Guido Guinizzelli (1230 ca - 1276). Nella Divina Commedia, incontrandolo nel canto XXVI del Purgatorio tra i lussuriosi, Dante lo definisce «il padre / mio e de li altri miei miglior che mai / rime d amore usar dolci e leggiadre (vv. 97-99: il padre mio e degli altri poeti migliori di me che mai abbiano composto poesie d amore soavi ed eleganti). Secondo gli studi più rigorosi, in realtà, il poeta bolognese, più che dare inizio alla nuova scuola, anticipò e influenzò certe tendenze proprie dello Stilnovo; d altra parte egli appartiene alla generazione precedente a quella degli altri Stilnovisti (per questo Dante lo indica con il termine «padre ). Di particolare rilievo, nella sua produzione, sono infatti la dolcezza dello stile, la propensione al ragionamento filosofico e l elaborazione di una coerente teoria dell amore. Guido Cavalcanti e gli altri esponenti di rilievo Dopo Guinizzelli, i maggiori esponenti dello Stilnovo saranno tutti toscani. In primo luogo va menzionato Guido Cavalcanti (1258 ca - 1300): spirito aristocratico («cortese e ardito, ma sdegnoso e solitario e intento allo studio , lo definisce uno storico dell epoca, Dino Compagni), domina tra la gioventù intellettuale del suo tempo per l impegno in campo filosofico (è seguace della corrente aristotelico-averroistica) e in campo poetico. Giovanni Boccaccio lo definisce «un de miglior loici [cultori di logica] che avesse il mondo ed ottimo filosofo naturale . stato, in altre parole, una delle figure di maggiore spicco, insieme a Dante, tra i giovani intellettuali fiorentini di quegli anni, oltre che all interno del gruppo stilnovistico. Sono fiorentini anche Dante Alighieri (1265-1321), Lapo Gianni (1272/1283 - ?), Gianni Alfani (nato dopo il 1271 e morto prima del 1316) e Dino Frescobaldi (1271-1316 ca). Vanno ricordati infine Cino da Pistoia (1270 ca - 1336/1337) considerato da alcuni l ultimo degli Stilnovisti, per la funzione di mediatore tra lo Stilnovo e la nascente poetica di Petrarca e un autore anonimo tradizionalmente indicato come Amico di Dante (che però il critico Gianfranco Contini ritiene maggiormente legato alla precedente poesia toscana). Maestro del Biadaiolo, Distribuzione di cibo in tempo di carestia, XIV sec. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana. 152