la sintesi La prosa del Duecento resoconti novella volgare cronache cristianesimo Nell Europa medievale, la prosa legata più a lungo al latino ha uno sviluppo tardivo rispetto alla poesia. In Italia la prosa volgare sorge nel XIII secolo a Bologna (sede di un importante università) con un carattere colto: il riferimento è Cicerone, e i primi esempi si devono al notaio Guido Faba, autore di due opere didattiche. Nella seconda metà del Duecento il fiorentino Brunetto Latini notaio, uomo politico e letterato, che nell Inferno Dante celebra come suo maestro insigne compone il Tresor (la prima enciclopedia in volgare), il Tesoretto (poema didattico-allegorico) e il Favolello (epistola morale). LE CRONACHE CITTADINE Per consegnare ai posteri i fatti memorabili, interpretare gli eventi politici e celebrare la gloria dei singoli comuni, si redigono le cronache storiografiche, quasi sempre in latino: gli autori principali sono Bonvesin de la Riva (che narra le meraviglie di Milano) e Salimbene de Adam (che tratta le vicende italiane del Duecento). In Toscana, dove lo sviluppo della lingua è più avanzato, si scrive invece in volgare: è il caso dell Istoria fiorentina di Ricordano Malispini. Nel Trecento il genere progredisce con le opere dei cronisti fiorentini Dino Compagni e Giovanni Villani. I RESOCONTI DI VIAGGIO: IL MILIONE In seguito alla ripresa economica e culturale, dopo l anno Mille sono più diffusi gli spostamenti legati ai commerci, alle crociate, allo studio, ai pellegrinaggi. Oriente Fra i resoconti di terre lontane spicca il Milione del mercante veneziano Marco Polo (1254-1324), che ha viaggiato per oltre vent anni in Cina e in Oriente. Dettato a Rustichello da Pisa, è la prima opera in parte attendibile che permette agli occidentali di conoscere l Asia, e forgerà per secoli l idea che gli europei avranno dell Oriente. LA PRODUZIONE RELIGIOSA Dal Duecento, ispirati dalle novità che coinvolgono il cristianesimo, si registrano testi agiografici e spirituali; gli autori scrivono in latino o direttamente in volgare. Al latino ricorrono il domenicano Iacopo da Varazze e l ignoto compositore dei Fioretti di san Francesco; del volgare si servono, nel Trecento, due predicatori domenicani, il pisano Domenico Cavalca e il fiorentino Iacopo Passavanti, e Caterina da Siena (autrice di un ricco epistolario). LA NOVELLA E IL NOVELLINO Concepita senza intenti moraleggianti o religiosi, ma per il puro intrattenimento dei lettori, nel Duecento si sviluppa la novella. A tale genere appartiene il Novellino, una raccolta di 100 novelle composta alla fine del XIII secolo da un autore fiorentino sconosciuto, che adotta uno stile scarno e lineare. Destinata a un pubblico non aristocratico, l opera celebra i valori cortesi e cavallereschi (coraggio, gentilezza, magnanimità) accanto a quelli della borghesia (senso pratico, intelligenza, capacità di esprimersi in modo efficace), in una sintesi che verrà sviluppata compiutamente nel Trecento da Boccaccio nel Decameron. 217