Il Trecento – L'opera: Decameron 5 Le interpretazioni Come abbiamo visto, il è un'opera complessa e articolata, a proposito della quale nel secondo Novecento si sono profilate . Tutti sono concordi nel ritenere che essa vada collocata nel quadro di quello che lo storico olandese Johan Huizinga ha chiamato, con una celebre formula, «l'autunno del Medioevo», che sia cioè da riferire al momento storico che vede il tramonto della civiltà comunale, la quale è espressa dal testo di Boccaccio nel momento più alto (e insieme più drammatico, per i vorticosi mutamenti in atto) della sua fioritura. Decameron due tesi contrapposte Tuttavia alcuni studiosi (Giuseppe Petronio, Carlo Salinari, Carlo Muscetta) hanno accentuato il e quasi rivoluzionario della rappresentazione boccacciana, che segna il passaggio dal mondo medievale degli ideali cavallereschi a quello più moderno e concreto della società mercantile. Per la prima volta nella storia della letteratura ci troviamo di fronte a una vasta rappresentazione della contemporaneità, vista nell'ottica propria della classe sociale più audace e dinamica di quel tempo, la borghesia comunale degli affari. carattere borghese Boccaccio moderno... Altri invece (Giuseppe Billanovich e Vittore Branca, un cui saggio del 1956 è significativamente intitolato ) hanno messo in luce la dimensione sostanzialmente medievale del , all'apice del suo fulgore e già all'inizio del declino, regolata da leggi morali non meno severe di quelle che reggono la , segnata da una pensosa spiritualità che giudica l'agire degli uomini sul filo della tradizione cristiana. Per Branca in particolare, in base a una lettura allegorica dell'opera, Boccaccio rappresenterebbe nel una sorta di (la novella di Ciappelletto, T5, p. 508: l'uomo più malvagio che sia mai nato), da cui faticosamente si risalirebbe, di giornata in giornata, fino a una vera e propria (la novella di Griselda, T14, p. 571: un personaggio equiparabile a una santa se non addirittura alla Madonna). Tuttavia, a ben guardare, le due tesi (Boccaccio moderno o Boccaccio medievale) non sono di per sé alternative, poiché entrambe riconoscono il , seppure sottolineandone aspetti diversi. Boccaccio medievale Decameron epopea di una civiltà Divina Commedia Decameron discesa agli Inferi ► ascesa a Dio ► forte legame dello scrittore con il suo tempo ... o medievale? Infine, secondo un altro studioso, il medievista Franco Cardini (autore di un saggio dal titolo , 2007), il non andrebbe letto alla stregua di una raccolta di novelle indipendenti, come in genere si tende a fare, ma nella sua unità, considerandolo nel suo complesso quale grande romanzo i cui sono non tanto quelli delle novelle, quanto della brigata, piccola comunità di pochi fortunati che sfuggono al contagio e alla devastazione spirituale provocata dalla peste. Tra loro spicca un personaggio centrale, protagonista fra i protagonisti, che adombrerebbe – con la sua personalità decisa, la sua ironia e la sua etica incorrotta – lo stesso autore: , una donna felice e appagata, esperta di vicende amorose. Alla luce di questo quadro d'insieme, ciascuna novella acquisterebbe il suo vero significato grazie alla posizione in cui si trova, e persino al narratore che l'ha scelta: per apprezzare pienamente il capolavoro di Boccaccio bisognerebbe dunque imparare a leggerlo per intero, o almeno a tener sempre presente il contesto di ogni novella, ricordando che ciascun particolare è indispensabile all'insieme. Le cento novelle contro la morte Decameron protagonisti i dieci narratori Pampinea Il Decameron come romanzo