La poesia comico-realistica Comico-realistici insospettabili Il carattere colto e convenzionale di tale produzione è provato dal fatto che spesso sono gli stessi autori dello Stilnovo a praticare, lateralmente, questo tipo di poesia, quasi come un genere minore da coltivare accanto a quello maggiore della poesia amorosa. Così Guido Guinizzelli compone un sonetto contro una vecchia alla quale augura di morire colpita da un fulmine e un altro sonetto in cui un rozzo uomo del popolo manifesta, nei confronti di una donna indicata per nome (cosa che non avviene mai nella poesia cortese, dove si tende a mantenere il segreto sull identità dell amata), un attrazione non spirituale, bensì sensualmente aggressiva; Guido Cavalcanti compone una scherzosa caricatura di una donna gobba; Cino da Pistoia in un sonetto vorrebbe un mondo rovesciato rispetto ai desideri comuni della gente, per saziare la propria sete di distruzione. I temi comicorealistici nella poesia di Dante Dante praticherà questo genere poetico in alcune delle sue Rime (per esempio nella tenzone con Forese Donati), oltre a risentirne più tardi nella composizione della Divina Commedia (soprattutto nell Inferno). Nel caso di Dante possiamo dire che questo apprendistato giovanile nel campo della poesia giocosa fu fondamentale perché gli consentì di acquisire una più robusta e ampia capacità espressiva, che metterà a frutto nel suo capolavoro. Gli autori più importanti Altri autori, invece, si dedicano principalmente, se non esclusivamente, alla poesia comico-realistica. Anch essi sono quasi sempre borghesi di buona cultura: per lo più uomini di legge, giudici, notai. Il caposcuola è senz altro il senese Cecco Angiolieri (che nasce prima del 1260 e muore tra il 1311 e il 1313), il cui canzoniere è quello più ampio e compatto. Accanto a lui va ricordato anche il fiorentino Rustico di Filippo (sulla cui vita poco sappiamo: pare che sia morto prima del 1300). L altra poesia comico-realistica Un discorso a parte meritano Folgòre da San Gimignano, di cui sappiamo con certezza solo che nel 1305-1306 prestava servizio militare per il suo comune e che era già morto nel 1332, e il cantastorie aretino Cene (o Cenne) da la Chitarra (morto prima del 1336): nel loro caso il contenuto è meno triviale e più indirizzato a rappresentare un elegante realtà borghese (o anche popolare, ma senza deformazioni caricaturali). In loro il realismo non si esplicita nella violenza verbale, ma nell adesione linguistica e psicologica alla realtà. La poesia giullaresca dei Memoriali bolognesi Alla produzione dei Comico-realistici può essere accostata per i temi e i toni popolareggianti, ma senza la loro violenza espressiva la poesia anonima giullaresca che ci è giunta tramite i cosiddetti Memoriali bolognesi, manoscritti presenti nell Archivio di Stato di Bologna (322 volumi che vanno dalla seconda metà del XIII secolo alla prima metà del XV). Per iniziativa del podestà bolognese, dal 1265 in poi si decretò che gli atti notarili dovessero essere raccolti in appositi registri. Nell ottemperare a questa disposizione, al fine di evitare aggiunte illegali negli spazi bianchi tra un atto e l altro, i notai bolognesi del Due-Trecento presero l abitudine di riempire tali spazi trascrivendovi dei componimenti in volgare. Tra questi, oltre a liriche di autori stilnovisti, troviamo molte poesie anonime (spesso ballate) di tipo giullaresco. 4 Gli autori e i testi Cecco Angiolieri La vita La nascita nella ricca nobiltà senese Cecco Angiolieri nasce a Siena prima del 1260. Suo padre appartiene alla ricca nobiltà senese: banchiere di papa Gregorio IX, è due volte priore ed entra nell ordine dei Cava- 159