Il Trecento – L'opera: Canzoniere T14 O cameretta che già fosti un porto , 234 Canzoniere Troviamo in questo sonetto il rovesciamento di un motivo fra i più presenti nel Canzoniere, cioè la ricerca della solitudine ( , T8, p. 409). Ormai l’angoscia amorosa è così intollerabile per il poeta, che persino la solitudine diventa insostenibile. Egli sceglie dunque di confondersi tra la gente, per provare a lenire la sofferenza d’amore. Solo et pensoso i più deserti campi ► Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE. METRO La ricerca degli altri per lenire la sofferenza PARAFRASI O cameretta che già fosti un porto a le gravi tempeste mie diurne, fonte se’ or di lagrime nocturne, che ’l dì celate per vergogna porto. 4 O cameretta che in passato ( ) sei stata un rifugio ( ) dai miei pesanti sconvolgimenti ( ) durante il giorno, ora sei il luogo in cui scaturisce ( ) durante la notte un pianto che di giorno nascondo perché me ne vergogno. 1-4 già porto gravi tempeste fonte O letticciuol che requie eri et conforto in tanti affanni, di che dogliose urne ti bagna Amor, con quelle mani eburne, solo ver’ me crudeli a sì gran torto! 8 O caro letto che eri (luogo di) riposo ( ) e consolazione nelle angosce così grandi (che vivevo), con quante lacrime ti bagna Amore, attraverso quelle mani bianchissime ( ), così ingiustamente ( ) crudeli solo verso di me! 5-8 requie eburne a sì gran torto letteralmente, “vasi di dolore”. sono le mani di Laura. 6 dogliose urne: 7 mani eburne: Né pur il mio secreto e ’l mio riposo fuggo, ma più me stesso e ’l mio pensero, che, seguendol, talor levòmmi a volo; 11 Ma non fuggo soltanto la mia solitudine ( ) e il mio sonno ( ), ma ancor più me stesso e i miei sentimenti ( ), che, quando mi è capitato di assecondarli, talvolta mi hanno sollevato al di sopra delle cose terrene ( ); 9-11 il mio secreto ’l mio riposo ’l mio pensero levòmmi a volo i termini indicano rispettivamente la camera e il letto. quasi un rapimento estatico. 9 secreto… riposo: 11 levòmmi a volo: e ’l vulgo a me nemico et odioso (chi ’l pensò mai?) per mio refugio chero: tal paura ò di ritrovarmi solo. 14 e cerco ( ) come mia salvezza ( ) – chi mai l’avrebbe pensato? – la gente, (che prima consideravo) nemica e odiosa: tanto grande è la paura che ho di trovarmi da solo. 12-14 chero per mio refugio latinismo. 13 chero: Dentro il testo I contenuti tematici Nelle quartine il poeta si rivolge alla propria stanza e al proprio letto. La prima in passato era un rifugio, ora invece è diventata un luogo di dolore, nel quale egli sfoga le proprie sofferenze. Il (v. 5), che un tempo gli dava riposo, ora viene inondato dalle sue lacrime. L’immagine che segue è piuttosto complessa: Amore versa vasi ( , v. 6) di lacrime attraverso le mani (v. 8) di Laura. La donna, creatura gentile, è ritratta come ingiustamente fredda nei suoi confronti. letticiuol urne crudeli Un rifugio che diventa luogo di dolore Del resto, il pensiero d’amore che a volte ha permesso al poeta di sollevarsi ad altezze sublimi ( , v. 11) allo stesso tempo ha alimentato in lui fantasie smentite dalla realtà e perciò causa di frustrazione. La fuga si configura dunque come un’azione disperata: egli sa bene che non sta scappando da un luogo specifico (la sua camera da letto), ma da sé stesso e dalle contraddizioni che lo avvolgono. Questo è il motivo di una scelta per lui insolita: la ricerca della , nella speranza di distrarsi e trovare sollievo dalla propria ossessione passionale. talor levòmmi a volo compagnia delle persone In cerca di compagnia >> pag. 366 Le scelte stilistiche Nel contrapporre due distinti momenti temporali, l’autore utilizza una serie di antitesi*. Al del v. 1 (il passato) si contrappone l’ del v. 3 (il presente). Al del v. 1 si oppone la del v. 14. Il che era la (v. 1) ora è stato sostituito, nel v. 13, dal che paradossalmente ( , v. 13) è (v. 12). già or porto paura porto cameretta refugio chi ’l pensò mai? ’l vulgo Una struttura antitetica I concetti sviluppati nel sonetto sono introdotti attraverso un’efficace metafora*: la è un che ripara dalle della vita (vv. 1-2). La e il sono semplici oggetti, che però vengono quasi animati dal poeta perché possano divenire come degli ideali interlocutori ai quali esprimere la propria afflizione interiore. Gli * tra i vv. 1-2 ( ), 5-6 ( ) e 9-10 ( ) mettono in evidenza l’ultima parola del primo verso delle tre coppie, ovvero, rispettivamente, e : termini chiave che rimandano a quella tranquillità psicologica che il poeta va affannosamente cercando. cameretta porto tempeste cameretta letticiuol enjambement un porto / a le gravi tempeste et conforto / in tanti affanni e ’l mio riposo / fuggo porto, conforto riposo Il tessuto retorico Verso le competenze COMPRENDERE Perché al v. 12 il poeta definisce il , cioè la gente, ? 1 vulgo nemico et odioso Che cos’è il al v. 9? 2 secreto Qual è il del v. 10? 3 pensero ANALIZZARE Quale figura retorica introduce l’espressione (v. 1)? 4 O cameretta Quale figura sintattica riconosci al v. 4? 5 Che cosa rappresenta dal punto di vista sintattico l’espressione (v. 13)? 6 chi ’l pensò mai? INTERPRETARE Individua nel testo 4 coppie di sostantivi, aggettivi o verbi, e spiegane la funzione completando la tabella. 7 Coppia Funzione fonte / lacrime PRODURRE Confronta il desiderio di compagnia espresso in questo sonetto con quanto l’autore afferma in ( T8, p. 346). Descrivi in un testo di circa 20 righe analogie e differenze tra gli stati d’animo delineati con esempi tratti dai sonetti. 8 Solo et pensoso i più deserti campi ► Leggi i versi del sonetto di Guido Cavalcanti riportati di seguito e confrontali con quelli di Petrarca in un brano di circa 15 righe che evidenzi le analogie e le differenze dal punto di vista tematico e linguistico. «Noi siàn le triste penne isbigotite, / le cesoiuzze e ’l coltellin dolente, / ch’avemo scritte dolorosamente / quelle parole che vo’ avete udite. / / Or vi diciàn perché noi siàn partite / e siàn venute a voi qui di presente: / la man che ci movea dice che sente / cose dubbiose nel core apparite». 9 Noi siàn le triste penne isbigotite