la sintesi Il poema cavalleresco Il poema cavalleresco ciclo carolingio ottava parodia ciclo bretone IL POEMA CAVALLERESCO Dalla seconda metà del XIV secolo le storie di Carlo Magno (ciclo carolingio) e di re Artù (ciclo bretone) vengono rielaborate in chiave popolare e diffuse da cantastorie e giullari. Nei cantari (narrazioni in versi basate sull ottava, con accompagnamento musicale, caratterizzate da trame ripetitive) cavalieri e paladini si trasformano da eroi in personaggi mossi dai sentimenti, coinvolti in vicende dai risvolti talvolta comici e fantastici. In età umanistica i racconti della tradizione si diffondono non solo nelle strade e nelle piazze ma anche nelle corti signorili, grazie a una nuova generazione di poeti colti che rinnova la materia cavalleresca dotandola di un abito letterario consono ai gusti di un pubblico sofisticato. LUIGI PULCI Nato a Firenze e ben presto entrato a far parte della cerchia di Lorenzo de Medici, Pulci (14321484) è un rappresentante di quel filone di poesia in lingua volgare, ludico e scanzonato, che era un tratto distintivo della cultura popolaresca toscana. La sua opera più celebre è il poema Morgante, pubblicato in due diverse redazioni nel 1478 e nel 1483. Il tema cavalleresco è svolto con intenti dissacratori, la materia carolingia rappresentata in forme comiche e messa in parodia. Scritto in ottave, pone al centro delle vicende il gigante Morgante, che, convertitosi al cristianesimo, segue nelle sue avventure il paladino Orlando. Il disordine della trama rispecchia la descrizione di un mondo alla rovescia, vorticoso e confuso, animato da personaggi eccessivi e irrazionali. Per conseguenza anche il linguaggio, caricaturale e sovrabbondante, presenta un reper- amore codice cortese torio espressivo costituito di espressioni popolareggianti ed esotismi, termini colti e neologismi, voci dialettali e locuzioni letterarie. Una contaminazione di componenti colte e popolaresche grazie alla quale Pulci può mettere in burla i seri valori della civiltà umanistica. MATTEO MARIA BOIARDO Gli incarichi politici presso la corte estense di Ferrara non impediscono a Boiardo (1441-1494) di impegnarsi nell attività letteraria. La sua produzione giovanile comprende volgarizzamenti di opere latine e greche, e carmi ed egloghe in latino. Amorum libri tres, di ispirazione petrarchesca, è una raccolta di 180 testi poetici che descrive in tre tappe l amore per Antonia Caprara, dama di Reggio Emilia. La sua opera maggiore, l Innamoramento di Orlando, meglio conosciuto come Orlando innamorato, è un poema cavalleresco incompiuto in cui i valori del codice cortese vengono rivissuti a beneficio del pubblico di gentiluomini e dame di corte. La materia narrativa del ciclo carolingio, con i suoi eroismi, si fonde con quella del ciclo bretone, di cui si rievocano amori, avventure e incantesimi. In particolare è l amore, forza implacabile che condiziona l esistenza degli uomini, a rappresentare il motore dell azione. Anche lo stile è il risultato di una fusione tra colto (la scelta metrica delle ottave) e popolare (la sintassi semplice, il lessico dominato dal parlato padano e ferrarese). L opera riscuote un successo straordinario, testimoniato dai molteplici tentativi di realizzarne un seguito, tra i quali quello di Ludovico Ariosto, che comporrà così il suo capolavoro, l Orlando furioso. 577