Umanesimo e Rinascimento 1 La polemica antipetrarchista Un immagine grottesca e paradossale della realtà Mentre nel repertorio letterario del Quattrocento si assiste all irriverente canzonatura dei princìpi culturali, filosofici e spirituali dell Umanesimo, nel Cinquecento è soprattutto il modello petrarchista imposto da Pietro Bembo (f p. 582) a offrire l opportunità per una ricca produzione che ne rovescia, usando la parodia, il carattere astratto e artificioso. In essa si promuove un immagine grottesca e paradossale della realtà, che porta alla ribalta gli appetiti (per esempio il cibo e il sesso), gli oggetti, le situazioni e gli ambienti (come taverne, bordelli, zuffe, pulci, pidocchi) di grossolana materialità. L idealismo neoplatonico finisce così per essere oggetto di continui sberleffi: in questo mondo alla rovescia non c è più spazio per l amore spirituale e per le creature angeliche o le dame di palazzo, mentre trionfano sentimenti terreni e donne dai facili costumi. La scelta dell eccentricità: un opzione per abili letterati L esistenza di questa letteratura antiaccademica affonda le proprie origini nella tradizione, soprattutto toscana, della poesia comico-realistica, che già nel XIII secolo aveva eletto a materia poetica tematiche quotidiane e triviali, descritte con un linguaggio realistico. Al pari degli autori che capovolgono la maniera stilnovistica, anche gli scrittori anticlassicisti sono a pieno titolo letterati di mestiere. A dimostrazione di ciò, si consideri che alcuni di loro affiancano a una produzione ufficiale o in linea con il gusto della letteratura alta una produzione più clandestina, dalla natura irregolare : perfino Bembo compone versi osceni. Tra ribellione ideologica e sperimentazione letteraria La contestazione del classicismo I protagonisti non sono scrittori dilettanti: contestare un modello significa infatti conoscerlo. Ciò non toglie che talvolta lo spirito antipetrarchista possa essere stimolato da vera insofferenza e trasformarsi in un contraltare non solo letterario, ma anche ideologico, con cui esprimere istanze estranee al patrimonio della cultura colta e cortigiana. In questo caso il rifiuto del canone stabilito da Pietro Bembo va oltre la semplice deformazione caricaturale, inducendo non pochi autori a un vero e proprio ripudio del classicismo, dal punto di vista sia formale (il latino maccheronico di Teofilo Folengo e il dialetto di Ruzante) sia tematico (il mondo contadino, rappresentato senza snobismi o paternalistiche ironie). Una dissacrazione controllata Pur ostili a un modello prestabilito, questi autori intendono tuttavia allestirne un altro, capovolto ma complementare, con un codice preciso e una tradizione alle spalle: ciò accade, per esempio, al più famoso di essi, Francesco Berni, il quale potrà contare su uno stuolo di imitatori, i cosiddetti berneschi . Analogamente, l irrequietezza che li anima e che si traduce nella dissacrazione letteraria non è necessariamente portatrice di una visione ideologica, che aspiri a sovvertire le istituzioni sociali: significativo è il caso del più irregolare tra gli scrittori del Cinquecento, Pietro Aretino, il quale, pur alla costante ricerca dello scandalo in tanta parte della sua produzione, non si sottrae alla composizione di opere di argomento sacro. Lo stile anticlassicistico Anche dal punto di vista stilistico, il distacco dal classicismo è radicale. Ad argomenti bassi corrispondono stili prosastici, inserti di lingua parlata, con frequenti incursioni nel 626