ROMA REPUBBLICANA 9. La formazione dell'arte romana Il processo che porta alla formazione di un’arte propriamente romana è lungo e graduale, e si caratterizza per la costante tendenza alla provenienti da altri popoli, rielaborati in modo originale. Uno dei cardini dell’arte romana è proprio il in particolare. Il fatto stesso che la città di Roma sorga in un punto di incontro tra territori occupati da popolazioni diverse ne segna la cultura fin dall’inizio, ma le influenze esterne continuano a caratterizzare l’identità artistica romana anche nei secoli successivi. Al periodo della , per esempio, risalgono molte innovazioni non solo in campo civile e politico, ma anche in ambito urbanistico, architettonico e artistico. Nel IV secolo a.C., poi, dopo una fase di declino che riguarda anche la produzione artistica, si assiste a una nuova, grande espansione territoriale ed economica, in virtù della quale Roma è coinvolta nel vasto fenomeno artistico di che interessa gran parte del Mediterraneo occidentale e che, per i popoli dell’Italia centrale, viene indicato con il nome di . Da qui nasce la cultura artistica romana, anche se ancora non si può parlare di vera e propria arte romana. Il lungo cammino verso un'identità artistica ricezione di modelli rapporto con le civiltà vicine e con la Grecia monarchia etrusca rielaborazione di modelli greci Ellenismo medio-italico Frontone di uno dei templi del santuario di Teate Marrucinorum (oggi Chieti), III-II secolo a.C., terracotta. Chieti, Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo "La Civitella". Con l’espansione che porta Roma a dominare tutta l’Italia peninsulare, nasce la necessità di realizzare , per le quali i Romani assimilano e rielaborano alcune delle innovazioni ellenistiche. L’urbanizzazione del territorio è uno dei lasciti più importanti della civiltà romana: vengono costruite le prime e, dal III secolo a.C., e , realizzati con il largo impiego dell’ e della , già noti ai Greci e agli Etruschi ma poco utilizzati. Si forma così un bagaglio di conoscenze tecniche che, dal II secolo a.C., consente di realizzare , una delle caratteristiche più tipiche dell’architettura romana. L’espansione di Roma nell’Italia meridionale e in Oriente mette in diretto contatto la cultura medio-italica della città con i centri greci ai quali già si ispirava. Molti capolavori greci sono portati a Roma come bottino di guerra; alcuni generali formano importanti collezioni d’arte, mentre i nobili chiamano artisti greci a far abbellire le proprie case e le città. Nasce così, nel II secolo a.C., un’arte prodotta espressamente per da artisti greci trasferitisi in Italia, dove ormai esistono floride officine che copiano e rielaborano gli originali greci. La cultura romana si è impadronita dei propri modelli. Imitazione e innovazione grandi infrastrutture pubbliche grandi strade ponti acquedotti arco volta edifici sempre più vasti e complessi committenti italici › pagina 199 Allo stesso tempo, in un ambiente senatorio in parte diffidente verso le influenze orientali, si rafforza l’idea dell’esistenza di un , forte e laborioso, caratterizzato da uno spirito pratico e orientato agli aspetti concreti della vita, lontano dal lusso e dalle occupazioni artistiche e filosofiche dei Greci. Questa concezione influenza anche l’arte, contribuendo alla formazione della . Per sottolineare le origini nobili che li differenziano dal resto della popolazione, i patrizi codificano lo il diritto di avere in casa le . Si afferma inoltre il : sculture fatte eseguire dallo Stato per onorare i cittadini eminenti. Uno degli esempi più noti e rappresentativi di questo campo della produzione artistica è il un’opera influenzata, nella minuzia dei particolari, dai ritratti tardoclassici ed ellenistici della fine del IV e dell’inizio del III secolo a.C., ma allo stesso tempo una delle prime a rappresentare i valori di e sentiti come tradizionali dal patriziato. Il ritratto pubblico è un ritratto fisiognomico, che riproduce le fattezze fisiche del soggetto rendendolo subito riconoscibile, ma ne lascia trasparire anche le virtù morali. Queste due caratteristiche concorrono a definire lo stile del ritratto romano repubblicano. Diventa parte della tradizione italica anche il , narrazione figurata di una vicenda pubblica, civile o militare. Originario anch’esso del mondo greco, il rilievo storico si presta perfettamente al carattere pubblico e civile di tanta parte dell’arte romana. I soggetti non sono soltanto patrizi: vi compare chiunque, patrizio o plebeo, meriti l’elogio dei concittadini. Da un punto di vista stilistico, invece, il rilievo storico è caratterizzato da un , che accosta con indifferenza stili e modelli assai diversi, a partire, appunto, dall’imitazione di un’arte greca "fuori dal tempo", perché ritenuta ormai universale. Tutto questo sta alla base della formazione dell’arte romana: un’ , in cui convivono differenti correnti che, amalgamandosi, contribuiscono alla formazione di un linguaggio autenticamente nuovo. Il mito del carattere italico costume italico originale ritrattistica tipicamente romana ius imaginum, immagini dei propri antenati ritratto pubblico Bruto capitolino, rigore austerità rilievo storico linguaggio formale eclettico arte molteplice e onnivora , IV-III secolo a.C., bronzo, h 69 cm. Roma, Musei Capitolini. Bruto capitolino , particolare, II-I secolo a.C., h 83 cm. Parigi, Museo del Louvre. Fregio storico della cosiddetta Ara di Domizio Enobardo