Umanesimo e Rinascimento – L'opera: Il Principe 3 Il linguaggio e lo stile Lo stile argomentativo del poggia su un’ , come ordinata e razionale intende essere l’analisi. Sin dalla lettera dedicatoria, Machiavelli rivendica l’originalità della propria scrittura: sobria, chiara e priva di orpelli retorici. Non a caso i 26 capitoli dell’opera sono accomunati dalla brevità: anche ciò rientra in un disegno tendente a concentrare con forza le argomentazioni e a legarle secondo una logica stringente. A tal fine, Machiavelli procede attraverso continue opposizioni (secondo lo schema «o… o»), con un metodo definito dagli studiosi , con cui è possibile rappresentare gli snodi concettuali della riflessione e dare ordine a una materia complessa. In questo modo il ragionamento tende a farsi sintetico, vibrante e persino aggressivo nel riprodurre la perentorietà delle convinzioni dell’autore. Ciò spiega la frequenza dei connettivi conclusivi ( , con il significato di “perciò”), il cui uso permette all’autore di completare efficacemente il ragionamento, e l’uso di parole e locuzioni che esprimono necessità ( ). Principe esposizione ordinata e razionale dilemmatico pertanto, dunque però è necessario, debbe, bisogna La ricerca dell’essenzialità Machiavelli vuole così far coincidere forma e contenuto: alla razionalità della proposta intellettuale e alla sicurezza dei suoi assiomi deve corrispondere un’esposizione secca, folgorante e rigorosa. Ciò non significa che lo stile di Machiavelli sia retoricamente povero. Al contrario, proprio la natura argomentativa del discorso spiega l’utilizzo di una serie di similitudini e immagini simboliche, tese a conferire concretezza alle idee e a catturare l’attenzione del lettore (si pensi alle metafore zoomorfe del centauro, della volpe e del leone presenti nel capitolo XVIII, T9, p. 350). Ovunque domina la , raggiunta anche grazie a un lessico estremamente vario, ora sostenuto (non mancano latinismi tecnici e letterari), ora quotidiano (affiorano qua e là anche espressioni plebee, volte a dare forza emotiva ancora maggiore al pensiero, per esempio: «A ognuno puzza questo barbaro dominio», che troviamo nel capitolo finale dell’opera, T11, p. 359). Anche queste soluzioni formali mostrano la modernità di Machiavelli: il linguaggio aulico della trattatistica tradizionale è con lui archiviato. Al suo posto, si afferma per la prima volta una , che risponde soprattutto all’esigenza di indurre il lettore ad avvicinarsi a una realtà nuova e scabrosa, senza la consolazione di convinzioni false e ipocrite. ► ricerca dell’espressività ► prosa “scientifica” Corrispondenza tra contenuto e stile Frontespizio del , edizione del 1584, con dedica al Magnifico Lorenzo di Piero de’ Medici. Principe