la parola L epoca e le idee Canone Il termine canone viene dal greco kan n, che in origine significava canna e poi regolo , indicando un unità di misura. Presto però acquista il valore di regola , norma , principio , esempio . Nel latino ecclesiastico, il termine assume l accezione di lista , per indicare l elenco autorizzato dei testi sacri (definiti, appunto, canonici) accolti dalla Chiesa come ispirati, in contrapposizione a quelli discussi e a quelli apocrifi, cioè letteralmente nascosti ed esclusi dalla Bibbia. Successivamente, il termine viene ad assumere anche altri significati come quello di tributo ordinario e fisso. Il significato attuale, usato nel linguaggio critico letterario, non si discosta molto dalle origini. Il termine indica infatti i criteri della valutazione artistica (i canoni del gusto ) oppure la lista delle opere e dei testi ritenuti essenziali e imprescindibili all interno di una tradizione letteraria. 4 I generi e i luoghi La mappa dei generi La prosa Un genere adatto ai tempi: il trattato Gli umanisti sono convinti che la rivoluzione antropologica da essi provocata debba essere spiegata in sede teorica. Gli interessi, gli approfondimenti, le conseguenze della nuova morale che essi incarnano non possono che tradursi in uno sforzo di sintesi e sistemazione filosofica. Si sviluppa per queste ragioni il genere letterario più congeniale all esposizione e alla dissertazione problematica, il trattato. Oltre alle questioni filologiche, vengono affrontati gli argomenti cardine con cui gli intellettuali del Quattrocento e del Cinquecento si pongono in antitesi con quelli medievali. Prevalgono in un primo momento la polemica contro il dogmatismo medievale, l esaltazione del libero arbitrio e della dignità della natura umana, la celebrazione del piacere, le questioni civili; più avanti vengono approfonditi i temi politici, in coincidenza con i mutamenti storici come nel Principe di Machiavelli, e quelli mondani, con cui vengono codificati i valori della nuova civiltà: è il caso del Galateo di Giovanni Della Casa. Il trattato non è certo un genere originale dei nuovi tempi: basta ricordare quelli danteschi. A differenza di quelli medievali, volti a illustrare una verità superiore in forza di argomentazioni reputate indiscutibili, i trattati umanistici aspirano però ad alimentare il dibattito intellettuale e a convincere il lettore anche grazie alla cura formale dell esposizione, all erudizione esibita, alla brillantezza dell eloquio. Il dialogo e le ragioni del suo successo Spesso il trattato prende la forma del dialogo, come prescrivono l imitazione del modello classico (Platone e Cicerone) e la visione umanistico-rinascimentale della cultura come scambio, elaborazione non precostituita, discussione appassionata. Il sapere non nasce sulla scorta di una meditazione solitaria, ma dalla continua conversazione e dal confronto aperto e tollerante, che non rinuncia però alla polemica, anche quella più feroce e graffiante (come nei dialoghi latini di Poggio Bracciolini De avaritia e Contra hypocritas, venati da quel motivo anticlericale che rappresenta una traccia diffusa nel primo Umanesimo). Nel Quattrocento prevale ancora il latino, ma in volgare sono redatti i quattro libri Della famiglia, l opera scritta da Leon Battista Alberti tra il 1433 e il 1441, che affronta il tema dell educazione e della formazione individuale all interno del nucleo familiare e della vita associata. Nel Rinascimento la fortuna del dialogo è costante: in questa forma si affrontano argomenti assai diversi tra loro, come la tematica linguistica (le Prose della volgar lingua di Bembo), quella militare (Dell arte della guerra di Machiavelli) e quella relativa al compor- 33