la sintesi La letteratura medicea La letteratura medicea amore poesia giovinezza LA LETTERATURA MEDICEA Signori di Firenze dal 1434, i Medici si circondano di uomini di cultura e inaugurano la collaborazione fra intellettuali e potere. Lorenzo de Medici, in particolare, favorisce, con il suo mecenatismo, sia l espressione più alta delle arti sia manifestazioni e riti popolari. In letteratura ciò si traduce in una poesia elegante ed elitaria e, insieme, nello sviluppo di forme parodiche e comiche. La rinascita lirica del volgare corrisponde all esaltazione della bellezza femminile, oggetto di ammirazione sensuale e al tempo stesso spirituale. Un apparente contraddizione spiegata dalla duplice natura dell edonismo umanistico, in cui alla ricerca del piacere si accompagna la tendenza a idealizzare i sentimenti. La produzione poetica di Lorenzo de Medici e di Poliziano riflette tale duplicità: il piacere da godere, la felicità della giovinezza sono increspati dalla malinconia e dall inquietudine per lo scorrere del tempo. Un delicato equilibrio che sul piano stilistico origina la mescolanza fra toni popolareschi e citazioni letterarie. LORENZO DE MEDICI Arbitro della politica italiana, protettore di artisti e poeta, Lorenzo (1449-1492) rende Firenze centro della cultura umanistica. Nella sua produzione letteraria, occasione per evadere dagli impegni della vita politica, si coglie l eterogeneità di temi e generi, nonché l eco della tradizione sia classica sia in lingua volgare. Dall egloga al poemetto mitologico (Ambra), dal poema incentrato sull amore (Selve d amore) alle laudi e alle sacre rappresentazioni, dal poemetto burlesco bellezza natura Nencia da Barberino ai Canti carnascialeschi, espressione della sua vena popolareggiante e gioiosa, Lorenzo si cimenta con un gran numero di modelli, non sempre assimilati in maniera profonda e creativa. POLIZIANO Distintosi a Firenze per il precoce talento letterario, Poliziano (1454-1494) entra a servizio di Lorenzo de Medici nel 1473, divenendo il poeta simbolo dell Umanesimo. Traduttore di testi greci e latini, autore di opere in versi e prosa in lingua latina (Sylvae), Poliziano, nel suo tentativo di imitazione dei classici, mescola forme e suggestioni diverse. Anche nella produzione in volgare accoglie tanto le immagini della classicità quanto vocaboli e stili della poesia volgare, secondo il principio della docta varietas. La Fabula di Orfeo è la prima opera teatrale in volgare di argomento profano. Nelle Rime, alla varietà dei toni e degli argomenti corrisponde quella dei registri formali, in linea con la volontà dell autore di esplorare le oscillazioni della sua anima, in bilico tra realtà e sogno. Le Stanze di messer Angelo Poliziano cominciate per la giostra del Magnifico Giuliano di Piero de Medici appartengono al genere encomiastico, ma il motivo adulatorio rimane estraneo allo sviluppo della trama, calata in una dimensione mitica e trasognata. La caratteristica principale delle Stanze, efficace dichiarazione di poetica dell arte umanistica, è infatti la trasfigurazione: i personaggi, gli episodi, la natura non hanno nulla a che fare con l esistenza reale, resa immobile ed evanescente dal filtro della letteratura, prezioso ornamento che traveste la contemporaneità. 71