Umanesimo e Rinascimento 2 I protagonisti Pulci e la cultura medicea Nonostante il preconcetto intellettuale per un genere considerato minore (Petrarca, per citare un esempio emblematico, non si era fatto scrupolo di canzonare nei Trionfi il «volgo errante , ossia sciocco nell appassionarsi alle vicende di Lancillotto e di Tristano), la materia cavalleresca riscuote un grande successo proprio nella corte politicamente ma anche culturalmente di maggior prestigio, quella medicea, raffinandosi e arricchendosi di un intento encomiastico. Direttamente patrocinato dai Medici e commissionato dalla madre di Lorenzo il Magnifico, Lucrezia Tornabuoni, è il poema di Luigi Pulci (1432-1484), Morgante (f T1, p. 77). Nelle intenzioni dei suoi protettori politici doveva trattarsi di una rielaborazione, in chiave religiosa, delle imprese di Carlo Magno. Poco incline alla forma e al tono tipici dell epica, Pulci si muove però in tutt altra direzione. Sullo sfondo della guerra tra franchi e saraceni, il racconto delle avventure dei paladini si tramuta in una spregiudicata parodia del mondo cavalleresco, oggetto di un irriverente rivisitazione. Anche lo stile non ha nulla a che vedere con le formule fisse e le facili rime stereotipate, tipiche dei cantari: il Morgante presenta infatti una lingua quanto mai originale, frutto della contaminazione di componenti colte e popolaresche, grazie alla quale il poeta mette in burla i valori troppo seri della civiltà umanistica. Boiardo e la politica culturale degli Estensi Il poema cavalleresco assume connotati diversi alla corte di Ferrara, presso la quale i signori locali, gli Estensi, coltivano il gusto delle storie cavalleresche, in particolare quelle legate al ciclo bretone, amate in quanto veicolo di garbo e magnanimità. In tale contesto, dove i valori del codice cortese vengono rimpianti e rivissuti, si colloca la scrittura dell Innamoramento di Orlando (o Orlando innamorato, titolo con cui presto sarà letto e conosciuto, f T2, p. 89) da parte di Matteo Maria Boiardo (1441-1494). A un pubblico di gentiluomini e dame aristocratiche, desideroso di belle storie in cui rispecchiarsi, Boiardo regala la possibilità di vedere trasferite nell elegante civiltà signorile le imprese e le virtù dei paladini del mondo feudale, assemblando come già era stato fatto dai cantari, ma con ben altra consapevolezza la materia narrativa del ciclo carolingio, con i suoi eroismi, insieme a quella del ciclo bretone, di cui si rievocano amori, avventure e incantesimi. In particolare, è proprio il sentimento amoroso a rappresentare il motore dell azione dei personaggi, a partire dal più valoroso fra tutti i cavalieri cristiani, Orlando: per la prima volta lo troviamo sopraffatto non dagli avversari in armi, ma dalla ineguagliabile bellezza di una principessa, Angelica. Gli imitatori dell Orlando innamorato L opera di Boiardo riscuote subito un successo straordinario. Lo testimoniano i molteplici tentativi, promossi all indomani della morte dell autore, di realizzarne un seguito. Tra legioni di improvvisati imitatori, si staglia la figura del più grande poeta del Rinascimento, il ferrarese Ludovico Ariosto (1474-1533) che, partito dall idea iniziale di sviluppare il poema interrotto da Boiardo, scrive con l Orlando furioso un opera epica in volgare capace di reggere il confronto con gli immortali racconti di Omero e Virgilio. 74 Il Matto, carta dei tarocchi, Jergot Tarot, XVII sec.