6.  LA GRECIA CLASSICA

L'arte nell'Età classica

Il concetto di classico

Per la cultura greca, fin dalle origini, l’errore più grave in cui può incorrere l’uomo è la hýbris, ossia l’eccesso, la tracotanza che lo induce a violare i limiti impostigli dagli dèi e dagli altri uomini. Al contrario, sono tenuti nella massima considerazione il senso della misura e dell’equilibrio e la fiducia nella ragione. Sono questi i princìpi su cui si fonda la civiltà greca. Nel periodo compreso tra il V e il IV secolo a.C., che vede l’apice dello sviluppo delle póleis e di Atene in particolare, nonché l’affermarsi della cultura greca in tutto il Mediterraneo, questi valori trovano espressione anche nelle opere d’arte.
La produzione artistica di quest’epoca è definita "classica", con un termine che inizia a essere utilizzato nella tarda latinità per designare ciò che è eccellente, di prim’ordine, nella sua classe. Riferito all’ambito dello stile, connota ciò che è dotato di caratteristiche di perfezione, armonia ed equilibrio formale, adattandosi dunque perfettamente all’arte greca del V secolo a.C., da sempre considerata l’arte per eccellenza. In essa si manifestano con evidenza le conquiste dello spirito libero delle póleis, la nascita della filosofia incentrata sull’uomo e la diffusione della democrazia.
In molte epoche storiche successive, il livello di perfezione raggiunto dall’arte greca classica sarà ritenuto insuperabile. Dalla Roma di Augusto all’Europa neoclassica, i capolavori dell’arte greca resteranno modelli al di fuori del tempo, tanto da assumere un valore che andrà ben oltre la finalità contingente per cui erano stati creati.