Il Tempio di Zeus a Olimpia
Nel periodo Severo ebbe inizio la costruzione di quello che fu poi considerato il più classico dei templi
d'ordine dorico puro, il Tempio di Zeus a Olimpia. Il santuario panellenico di Olimpia, già da secoli sede dei
Giochi che si tenevano ogni quattro anni, ospitava all’interno del témenos vari edifici di culto e altari, tra cui quello dove era venerato
Zeus. La costruzione di un vero e proprio tempio dedicato alla divinità maggiore dell’Olimpo greco, però, fu decisa solo nel 471 a.C., dopo il
saccheggio della vicina città di Pisa (nell’Elide), che fruttò un ricco bottino. Il tempio fu terminato in una quindicina di anni.
L’edificio aveva una grande cella preceduta da un pronao, con due colonne tra le ante, al quale corrispondeva sull’altro lato breve un opistodomo con uguale fronte. Intorno correva una peristasi con le canoniche sei colonne sulla fronte e il doppio più uno, cioè tredici colonne, sui lati lunghi (14). La copertura della cella era sostenuta da due file di colonne, disposte su due piani. La decorazione architettonica, secondo lo scrittore greco Pausania, fu realizzata da due artisti, Paionios e Alkamenes. Oggi, tuttavia, si riconosce un’unità di concezione e di esecuzione sia nei frontoni sia nelle metope: essi sarebbero opera di un unico artista, che pure si è avvalso di più collaboratori. Egli ha saputo conferire all’ideale estetico severo una grandiosa monumentalità, scegliendo soggetti mitologici in grado di soddisfare nello stesso tempo il patriottismo locale e i sentimenti panellenici dei Greci che visitavano il santuario.
L’edificio aveva una grande cella preceduta da un pronao, con due colonne tra le ante, al quale corrispondeva sull’altro lato breve un opistodomo con uguale fronte. Intorno correva una peristasi con le canoniche sei colonne sulla fronte e il doppio più uno, cioè tredici colonne, sui lati lunghi (14). La copertura della cella era sostenuta da due file di colonne, disposte su due piani. La decorazione architettonica, secondo lo scrittore greco Pausania, fu realizzata da due artisti, Paionios e Alkamenes. Oggi, tuttavia, si riconosce un’unità di concezione e di esecuzione sia nei frontoni sia nelle metope: essi sarebbero opera di un unico artista, che pure si è avvalso di più collaboratori. Egli ha saputo conferire all’ideale estetico severo una grandiosa monumentalità, scegliendo soggetti mitologici in grado di soddisfare nello stesso tempo il patriottismo locale e i sentimenti panellenici dei Greci che visitavano il santuario.