6.  LA GRECIA CLASSICA >> L'arte nell'Età classica

Il teatro greco

Nell’Età classica assume una grande importanza la produzione di tragedie e commedie, componimenti in versi che venivano messi in scena in occasione delle feste dionisiache. Questi eventi di carattere religioso e civile coinvolgevano tutta la popolazione della città, in particolare ad Atene, e richiesero perciò la nascita di appositi spazi architettonici con strutture fisse, realizzate in pietra.

Nel corso del V secolo a.C. il teatro (dal verbo theáomai, cioè “stare a guardare”) sostituisce le soluzioni adottate in precedenza: allestimenti provvisori di spazi o innalzamenti di strutture mobili, di solito impalcature lignee.

Ad Atene il teatro, dedicato al dio Dioniso, sorgeva alle pendici dell’acropoli (49).

La struttura e la funzione delle parti del teatro

I teatri sono tra le più affascinanti e meglio conservate testimonianze dell’architettura greca, e più in generale della cultura ellenica. Sin dalle origini la parte riservata allo spettacolo è ben distinta da quella per lo spettatore.

Il nucleo centrale del teatro greco (48) è l’orchestra (da orchéomai, “danzare”), dove si esibisce il coro, il gruppo di artisti che accompagna con la danza i canti dedicati alle divinità. Dal momento che questa danza avviene in circolo, l’orchestra ha una forma circolare. Gli spettatori prendono posto nella cavea (kóilon), un’assise dalla forma a ventaglio e allestita con gradoni concentrici, addossata a una pendenza naturale del terreno, che permette visibilità e acustica ottime da tutte le posizioni.

Dalla parte opposta è collocata la skené, o edificio scenico, una sorta di sfondo fisso la cui forma richiama quella della facciata di un palazzo. Si tratta di un luogo appartato dove gli attori possono cambiare i loro costumi. All’orchestra si accede tramite due accessi scoperti, le párodoi (singolare párodos), che separano l’edificio scenico dalla cavea.

Nel corso del tempo, il ruolo del coro perde importanza rispetto a quello dei singoli attori. Durante il IV secolo a.C., l’edificio teatrale si adegua a questo cambiamento dando sempre più spazio a una pedana rialzata davanti alla skené, il proskénion, ossia il palcoscenico, dove gli attori si esibiscono. Nel III secolo, inoltre, la skené assume dimensioni sempre maggiori, fino a divenire una facciata monumentale a più piani, con varie porte da cui entrano ed escono gli attori, mentre il palcoscenico tende a invadere l’orchestra.

Dossier Arte plus - volume 1

Dalla Preistoria all'arte romana

Laura Fenelli, Emanuela Ferretti, Laura Guasti, Claudio Pescio

Treccani Giunti TVP, 2015

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