La struttura e la funzione delle parti del teatro
I teatri sono tra le più affascinanti e meglio conservate testimonianze dell’architettura greca, e più in generale della cultura ellenica. Sin dalle
origini la parte riservata allo spettacolo è ben distinta da quella per lo spettatore.
Il nucleo centrale del teatro greco (48) è l’orchestra (da orchéomai, “danzare”), dove si
esibisce il coro, il gruppo di artisti che accompagna con la danza i canti dedicati alle divinità. Dal momento che questa danza avviene in circolo,
l’orchestra ha una forma circolare. Gli spettatori prendono posto nella cavea (kóilon), un’assise dalla forma a ventaglio e allestita con gradoni concentrici, addossata a una pendenza naturale del terreno, che permette
visibilità e acustica ottime da tutte le posizioni.
Dalla parte opposta è collocata la skené, o edificio scenico, una sorta di sfondo fisso la cui forma richiama quella della facciata di un palazzo. Si tratta di un luogo appartato dove gli
attori possono cambiare i loro costumi. All’orchestra si accede tramite due accessi scoperti, le párodoi (singolare
párodos), che separano l’edificio scenico dalla cavea.
Nel corso del tempo, il ruolo del coro perde importanza rispetto a quello dei singoli attori. Durante il IV secolo a.C., l’edificio teatrale si adegua a
questo cambiamento dando sempre più spazio a una pedana rialzata davanti alla skené, il proskénion, ossia il palcoscenico, dove gli attori si esibiscono. Nel III secolo, inoltre, la skené assume dimensioni sempre maggiori, fino a divenire
una facciata monumentale a più piani, con varie porte da cui entrano ed escono gli attori, mentre il palcoscenico tende a invadere l’orchestra.