6.  LA GRECIA CLASSICA >> L'arte nell'Età classica

Skopas, maestro del pathos

Nato nell'isola di Paro e attivo, come il contemporaneo Prassitele, tra il 375 e il 330 a.C., Skopas venne definito maestro del pathos, ossia della rappresentazione dell'intensità dei sentimenti e delle passioni

Frontoni del Tempio di Atena Alèa

Di tutta la sua produzione oggi conserviamo in originale solo i frammenti dei frontoni realizzati per il Tempio di Atena Alèa a Tegea, in Arcadia, di cui fu anche architetto. La scelta del soggetto raffigurato mostra un allontanamento dal modello classico, legato ai grandi miti delle divinità olimpiche: Skopas predilige le narrazioni mitiche locali, che gli permettono di rappresentare eroi più vicini alla natura umana e alle sue passioni. Proviene dal frontone occidentale dedicato alle imprese dell'eroe locale Telefo (figlio di Eracle e Auge) una testa di guerriero con elmo (57): le superfici sono tese e rigonfie, i particolari del volto sono ravvicinati tra loro, la bocca è dischiusa nello sforzo, mentre l'approfondimento delle orbite e il volgersi verso l'alto degli occhi infossati conferiscono allo sguardo un'intensa espressione. Con tali espedienti Skopas crea un nuovo linguaggio espressivo, intenso e patetico, con cui probabilmente era resa nel frontone la concitazione della lotta mitica.