La rottura con il Classicismo
Il superamento dei princìpi di equilibrio, simmetria e razionalità propri dell’arte classica è già evidente nel Tardo Classicismo, ma è in Età
ellenistica che, attraverso il contatto con altre culture e l’apertura di orizzonti più vasti, si crea un linguaggio artistico davvero nuovo.
Nell’ambito della scultura e della pittura si sviluppa un filone che riadatta i modelli e i canoni dell’Età classica al
ritratto celebrativo.
L’arte diviene sfarzosa, allo scopo di esaltare la gloria dei prìncipi, che sono ormai i più importanti committenti della produzione pittorica e
scultorea. L’esaltazione del potere dei sovrani è affidata anche all’architettura, con la risistemazione urbanistica delle città e la
realizzazione di opere pubbliche monumentali. Si affermano così i grandi spazi della pittura parietale, i maestosi donàri (ossia gli
oggetti votivi dedicati agli dèi o gli edifici che li contengono), la statuaria colossale, le composizioni architettoniche di tipo scenografico, come i
colonnati degli spazi urbani. Tra le capitali ellenistiche, Pergamo diventa il centro propulsore di uno stile dominato da magniloquenza e teatralità.