8.  ITALICI ED ETRUSCHI >> L'arte etrusca

L’urbanistica e l'architettura civile

La città

Non è sempre facile individuare l’impianto urbanistico originario delle città etrusche, a causa delle trasformazioni subite dopo la conquista romana e spesso anche in seguito, in epoca medievale e fino ai nostri giorni.

La fondazione era regolata da una serie di riti, in cui avevano un ruolo essenziale gli aruspici, indovini in grado di interpretare la volontà divina attraverso le viscere degli animali sacrificati, i fulmini e vari prodigi. Si iniziava tracciando il sulcus primigenius, il primo solco di vomere tirato da una coppia di buoi bianchi, lungo il futuro perimetro delle mura. Dal rituale dipendevano anche l’edificazione della cinta muraria, il numero di porte della città, l’ubicazione e l’orientamento dei templi e la dislocazione delle necropoli all’esterno dell’abitato.

Spesso gli insediamenti si adattavano alla natura irregolare dei colli su cui sorgevano, anche grazie alla realizzazione di terrazze artificiali. Le città dei territori meridionali di origine vulcanica (Veio, Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Orvieto) sorgono su pianori tufacei difesi naturalmente da scarpate incise dai corsi d’acqua, che venivano utilizzati per l’approvvigionamento idrico o come vie di comunicazione.

Nella zona settentrionale, per lo più collinare, le città si trovano sempre in posizione strategica su alture (Chiusi, Cortona, Roselle, Vetulonia, Volterra, Arezzo, Perugia). L’unico caso di affaccio diretto sul mare è il promontorio su cui sorge Populonia.

A partire dal VI secolo a.C. si afferma un impianto basato sull’incrocio di due assi viari perpendicolari: questa struttura urbanistica è applicata rigorosamente solo nel caso di fondazioni ex novo nelle quali la morfologia del terreno non è di impedimento.

Marzabotto (Bologna) (16-17), fondata alla fine del VI secolo a.C. nel territorio dell’Etruria padana, era un punto di snodo per i traffici commerciali attraverso l’Appennino. Sorge sulla base di un impianto ortogonale, mentre l’area sacra si trova sull’unica altura esistente. La zona residenziale e quella manifatturiera si organizzano per isolati regolari intorno a una grande arteria principale orientata da nord a sud e larga ben 15 metri, con carreggiata centrale, marciapiedi laterali e canaletti di scolo delle acque. Almeno tre strade laterali la incrociano ogni 165 metri. Il rinvenimento, all’incrocio di due strade principali, di un cippo con una croce graffita che indica i punti cardinali, mostra che l’impianto è il risultato di una precisa volontà di pianificazione.

Una struttura simile è stata scoperta a Gonfienti (Prato), sul versante opposto dell’Appennino Tosco-Emiliano: gli edifici sono disposti in lotti separati da strade larghe 10 metri e profondi canali separano le abitazioni per la regimazione delle acque del torrente Marinella e del Bisenzio, affluente dell’Arno.