8.  ITALICI ED ETRUSCHI >> L'arte etrusca

L’architettura religiosa

I templi etruschi (27), la cui struttura era regolata dalle norme contenute nei libri rituales (testi sacri), erano costruiti in materiali deperibili, come legno e mattoni crudi. Solo il basamento era di pietra, mentre il tetto era di terracotta. Per questo motivo sono giunte sino a noi scarse testimonianze, ma possiamo contare su modellini votivi e ritrovamenti di fondamenta e altri elementi architettonici. Un buon esempio della struttura del tetto è dato dal modellino del Tempio A di Pyrgi, località costiera del Lazio settentrionale che costituiva il porto di Cerveteri (28).
Molte delle informazioni che possediamo sui templi etruschi provengono dal trattato De architectura dell’architetto romano Vitruvio, che identifica in questi edifici un nuovo ordine architettonico, distinto da quelli greci: l’ordine tuscanico (29). Egli si basava in particolare sull’aspetto delle colonne, che erano simili a quelle doriche, ma avevano il fusto liscio e poggiavano su una base .
Il tempio etrusco, scrive Vitruvio, era collocato su un basamento costituito da grandi blocchi di pietra, cui si accedeva tramite una scalinata posta sul fronte dell’edificio e orientata a mezzogiorno, cioè verso la parte del cielo da cui si credeva giungessero gli auspici, i segnali inviati dagli dèi e interpretati dagli àuguri (i sacerdoti etruschi). Vitruvio descrive un tempio diviso in due zone: una anteriore, detta prònao, con otto colonne in legno o mattoni di argilla cotti al sole, disposte in due file da quattro; e una posteriore costituita da tre celle uguali e coperte, ognuna delle quali era dedicata a una particolare divinità. Studi recenti hanno però dimostrato che il tipico tempio etrusco era a una sola cella, talora fiancheggiata da due alae (corridoi); la sua funzione originaria era quella di spazio consacrato (da cui il termine templum, cioè tagliato, delimitato) nel quale l’augure (il sacerdote) osservava il cielo per trarne auspici.