9.  ROMA REPUBBLICANA >> La formazione dell'arte romana

L'architettura privata: casa e ville

La dimora patrizia

I recenti scavi tra il Foro romano e il Palatino hanno fornito molte nuove notizie sulle dimore dei patrizi più facoltosi e potenti della Roma repubblicana. La casa meglio conservata è la cosiddetta Domus 3 (27), il cui primo impianto risale agli ultimi anni del VI secolo a.C., tra la fine del periodo regio e gli inizi dell’età repubblicana. Vicinissima al Foro, aveva la porta d’ingresso in mezzo a una fila di botteghe, sulla via Sacra (la strada che, attraversando il Foro romano, saliva al Campidoglio).
Come già spiegava Vitruvio nel De architectura, la domus (28), la casa cittadina dell’aristocratico, doveva mostrare il prestigio del suo proprietario, che vi svolgeva le attività pubbliche connesse al suo ruolo sociale. La casa doveva quindi avere, innanzitutto, ambienti di rappresentanza destinati a ricevere i clientes di ceto inferiore e i propri pari, con cui trattare di politica e affari.
Alla tipica struttura della domus romana si accedeva attraverso un vestibulum e uno stretto locale d’ingresso, chiamato fauces ("gola"). Da qui si giungeva nell’ambiente centrale, l’atrio, di forma quadrata e parzialmente coperto. Era questo il vero cuore della casa, che in origine ospitava il focolare, da cui deriva forse il suo nome (l’aggettivo latino ater significa "scuro"). Al centro dell’atrio una vasca, l'impluvium, raccoglieva l’acqua piovana, scaricandola in una cisterna sotterranea. In prossimità dell’ingresso si apriva un altro grande ambiente, il tablinum, uno spazio di rappresentanza in cui il proprietario, seduto su un seggio, riceveva i clientes, mentre in un’altra grande stanza, il triclinium, venivano invece ricevuti gli ospiti di riguardo durante i banchetti. A destra e a sinistra dell’impluvium si aprivano le alae, ambienti in cui si svolgeva la vita quotidiana. Da una delle alae, in genere, si poteva accedere a un lungo spazio scoperto, l'hortus (il giardino), utilizzato per coltivare fiori e frutta; dal II secolo a.C. si diffonde invece, su modello ellenistico, l’uso del peristilium, un grande giardino porticato. Intorno all’atrio trovavano posto anche le camere da letto (cubicula), lo spazio per i lavori femminili e gli ambienti di servizio (cucine, dispense, latrine).