9.  ROMA REPUBBLICANA >> La formazione dell'arte romana

Il rilievo storico

Il rilievo storico a Roma

Durante tutta l’età repubblicana l’arte ha in gran parte il compito di celebrare la grandezza di Roma e di raccontare le imprese militari compiute dal suo esercito. Il rilievo storico si afferma come la tipologia scultorea più adatta a questo scopo. Esso, in genere, contiene rappresentazioni di carattere narrativo e didascalico, rese attraverso una sequenza di scene consecutive che costituiscono una serie di "istantanee" dell’evento da ricordare, senza ricerca prospettica e con un richiamo al naturalismo ellenistico. Il più antico rilievo romano che testimoni eventi storici e la realtà civile e politica di Roma, come vedremo, è quello dell’Ara di Domizio Enobarbo (► pp. 234-235).

Fregio della Basilica Emilia

Un’altra importante testimonianza di rilievo concepito per celebrare Roma, e in particolare le sue origini, risale probabilmente alla prima metà del I secolo a.C. I numerosi frammenti di marmo pentelico rinvenuti nel Foro romano, nell’area della Basilica Emilia, hanno permesso di ricomporre parte di una serie di rilievi figurati che decoravano, forse in pannelli e non in fregio continuo, l’architrave all’interno della basilica. La decorazione fu realizzata probabilmente tra gli anni 87 e 78 a.C., quando l’edificio subì alcuni lavori di ristrutturazione. I vari pannelli a rilievo che componevano questo ciclo decorativo furono in seguito smontati e adattati per essere reinseriti nella ristrutturazione dell’edificio della seconda metà del I secolo a.C. Il recupero delle lastre e il loro reimpiego sono da imputarsi, oltre al materiale pregiato, ai soggetti rappresentati, relativi a vari episodi delle origini della città. Tra le scene parzialmente ricostruite vi è quella con la punizione di Tarpea (37), una delle vergini Vestali che, corrotta dalle promesse dei Sabini, aveva aperto loro le porte del Campidoglio tradendo per cupidigia e vanità il proprio popolo. Entrati in città, però, non solo i nemici non le diedero i monili in oro promessi, ma la schiacciarono sotto il peso di tutto il metallo in loro possesso, compresi gli scudi, fino a farla morire. Nella scena frammentaria è ben riconoscibile Tarpea, al centro, con le braccia spalancate in segno di terrore; il manto, sollevato dal vento, forma un arco attorno al suo capo, mentre i soldati sabini accatastano le armi sul tumulo che già ricopre per metà il corpo della giovane Vestale. All’estrema sinistra, un uomo barbato, armato e con un piede appoggiato a una roccia, osserva la punizione esemplare alla quale è sottoposta la traditrice del popolo.