10.  ROMA IMPERIALE >> L’arte romana in età imperiale

La pittura: gli stili pompeiani

Le dimore imperiali – come si è visto a proposito della Domus Aurea di Nerone – erano ornate da pitture e affreschi. Ma l’usanza di dipingere le pareti di case ed edifici era in realtà molto diffusa, fin dall’età repubblicana. Modi e stili variano in base all’epoca di esecuzione, all’abilità del pittore e alle possibilità e alle intenzioni del committente. Oggi possiamo contare su esempi di pitture provenienti da tutto il mondo romano, spesso ricostruiti a partire da migliaia di frammenti.
Le prime conoscenze risalgono al Settecento, quando, con i rinvenimenti di Pompei e dell’area vesuviana, furono portati alla luce cicli pittorici splendidamente conservati, in base ai quali vennero operate le prime classificazioni. Si deve invece al tedesco August Mau la distinzione dei reperti in quattro "stili", basata anche sul testo di Vitruvio. Elaborata alla fine dell’Ottocento, è ancora ritenuta valida, e da allora, per convenzione, si continua a usare l’espressione "stili pompeiani", sebbene in realtà ci si riferisca a tendenze stilistiche presenti in tutto il mondo romano. Anzi, i pittori che lavoravano a Pompei si limitavano spesso a recepire modi e innovazioni impiegati nelle grandi città, tra cui principalmente Roma.