Nell’ambito del progetto di restituzione alla città dei terreni occupati da Nerone con la Domus Aurea, Vespasiano fa costruire
un anfiteatro che dalla sua gens prende il nome: l’Anfiteatro Flavio. L’area per la sua edificazione viene individuata nel luogo in cui si
trovava il lago artificiale fatto scavare da Nerone; per questa ragione la struttura necessita di solide fondamenta, costituite da una sorta di
piattaforma realizzata interamente in opera cementizia. Iniziato nel 72 d.C., l’edificio è inaugurato da Tito nell’80 e completato da
Domiziano nel 90 d.C. Nel Medioevo, per la vicinanza con il colosso del dio Sole in cui era stata trasformata la precedente statua di
Nerone, l’anfiteatro comincia a essere chiamato semplicemente "Colosseo".
L’arena ospitava i combattimenti tra gladiatori (i ludi gladiatori) e le simulazioni di caccia con l’impiego di belve esotiche e feroci (le
venationes). L’accesso degli spettatori era gratuito, ma la loro disposizione sulle gradinate era basata su criteri di appartenenza sociale ed
etnica.
Nel corso dei secoli il Colosseo è stato più volte danneggiato da incendi (un importante restauro fu promosso intorno al 217 d.C. proprio dopo un
incendio) e terremoti (nel 442, nel 508 e, il più grave, nell’anno 851 d.C.). Nel frattempo, la pratica dei ludi era caduta in disuso; anche per
questo, nei secoli successivi – e fino al XVII secolo – il Colosseo divenne soprattutto una fonte di materiali edili per le nuove costruzioni romane.