10.  ROMA IMPERIALE >> L’arte romana in età imperiale

Gli archi di Settimio Severo

Dopo la morte di Commodo, ultimo esponente della dinastia degli Antonini, e il breve impero di Pertinace, Settimio Severo (145-211 d.C.) viene designato imperatore da una parte dell’esercito. Condotta a termine con successo una sanguinosa guerra per sconfiggere gli altri pretendenti, egli dà origine, nel 193 d.C., alla dinastia dei Severi.
Assunto stabilmente il potere, Settimio Severo compie con i figli Caracalla e Geta due campagne militari contro i Parti (la prima nel 194-195 d.C., la seconda nel 197-198 d.C.), riconquistando parte della Mesopotamia. In seguito alle vittorie in queste spedizioni, vengono dedicati a Settimio Severo due archi trionfali, uno a Roma e uno a Leptis Magna, nell’attuale Libia.

Arco di Settimio Severo a Roma

Tra il 202 e il 203 d.C. il Senato fa costruire un arco trionfale alle pendici del Campidoglio, all’angolo nord-ovest del Foro romano: il luogo corrispondeva al punto di arrivo della via Sacra ed era di fronte all’arco, oggi distrutto, delle vittorie di Augusto contro le stesse popolazioni (51). Il monumento ha tre fornici inquadrati da colonne di ordine composito, poste su alti plinti di base e separate dal corpo del monumento. Accanto al fornice centrale sono scolpite delle Vittorie con trofei (53), che volano sopra le rappresentazioni delle Stagioni. Sull’attico corre l’iscrizione celebrativa; al di sopra di questa si trovava la quadriga imperiale in bronzo.
Nei quattro grandi pannelli sui fornici minori è scolpita la narrazione delle campagne di Settimio Severo in Mesopotamia, organizzata in fasce orizzontali da leggere dal basso verso l’alto: il modello è chiaramente quello delle narrazioni storiche delle colonne coclidi; i singoli soggetti derivano invece dalle pitture che, com’era consuetudine, venivano inviate dalla Mesopotamia per aggiornare il Senato sull’andamento della guerra. Nel quarto pannello (sud-ovest), per esempio, è scolpito l’assedio di una città, da alcuni studiosi identificata con Ctesifonte, capitale dei Parti, con la fuga del loro re Vologese, e il discorso di Settimio Severo che suggella la fine delle ostilità (52).
Lo stile dei rilievi è simile a quello della Colonna di Marco Aurelio, anche se più schematico e limitato a pochi avvenimenti essenziali; le forti incisioni che isolano le singole figure, ottenute anche grazie a un evidente uso del trapano, creano zone con forti contrasti di luce.
La guerra è rappresentata attraverso grandi scene di massa; l’imperatore compare invece su un piano rialzato, quasi fosse un’apparizione divina in mezzo ai soldati. Si tratta di un’evoluzione del rilievo romano, che, come vedremo, presenterà un’ulteriore tappa nel fregio dell’Arco di Costantino.