Gli oltre 15 000 sarcofagi figurati romani giunti fino a noi costituiscono un’eccezionale testimonianza circa le officine, i modelli e l’evoluzione stilistica, e ci informano sul rapporto tra essere umano, morte e religione. Molti di questi sarcofagi, riscoperti agli inizi del Rinascimento, ebbero un ruolo importante per gli scultori del tempo nel recupero di forme e modelli. I sarcofagi più antichi si rifanno a soggetti orientali, con ghirlande sorrette da figure, che in ambito romano sono intercalate da piccole scene mitologiche. Ben presto però le scene mitologiche coprono le pareti dell’intera cassa: al mito di Oreste o dei Niobidi si aggiungono i miti di Meleagro, di Alcesti e di Medea, tutti riconducibili a un destino di morte. Alla metà del II secolo d.C., cominciano ad affermarsi temi allusivi all’immortalità dell’anima, come Dioniso con corteo di satiri e menadi o mentre risveglia Arianna. Solo nella seconda metà del II secolo si diffondono soggetti, sia civili sia militari, legati al quotidiano: scene di matrimonio, di vita o di guerra, in una sorta di rilievo storico privato, dove sempre più frequentemente compare un personaggio con il volto del defunto.
10. ROMA IMPERIALE >> L’arte romana in età imperiale
I sarcofagi figurati
Gli oltre 15 000 sarcofagi figurati romani giunti fino a noi costituiscono un’eccezionale testimonianza circa le officine, i modelli e l’evoluzione stilistica, e ci informano sul rapporto tra essere umano, morte e religione. Molti di questi sarcofagi, riscoperti agli inizi del Rinascimento, ebbero un ruolo importante per gli scultori del tempo nel recupero di forme e modelli. I sarcofagi più antichi si rifanno a soggetti orientali, con ghirlande sorrette da figure, che in ambito romano sono intercalate da piccole scene mitologiche. Ben presto però le scene mitologiche coprono le pareti dell’intera cassa: al mito di Oreste o dei Niobidi si aggiungono i miti di Meleagro, di Alcesti e di Medea, tutti riconducibili a un destino di morte. Alla metà del II secolo d.C., cominciano ad affermarsi temi allusivi all’immortalità dell’anima, come Dioniso con corteo di satiri e menadi o mentre risveglia Arianna. Solo nella seconda metà del II secolo si diffondono soggetti, sia civili sia militari, legati al quotidiano: scene di matrimonio, di vita o di guerra, in una sorta di rilievo storico privato, dove sempre più frequentemente compare un personaggio con il volto del defunto.