II tempo e il luogo
I primi resti del Palazzo di Cnosso furono riportati alla luce a partire dal 1900 dall’archeologo inglese Sir Arthur Evans; quel che si
vede oggi è invece frutto di un lungo restauro, iniziato dallo stesso Evans e concluso nel 1931. Gli edifici sono stati restaurati con
tecniche oggi discutibili, ricorrendo in alcuni casi all’uso del cemento armato; le parti in legno sono state ricostruite e gli affreschi – staccati e
musealizzati – sono stati riprodotti sulle pareti originali con integrazioni talora non pertinenti. Oggi solo le piante degli edifici sono originali,
mentre gli alzati sono quasi tutti di restauro moderno. Nonostante ciò, Cnosso costituisce un sito fondamentale per la conoscenza della cultura minoica.
Gli scavi, sia nel Palazzo sia nella città bassa, sono ancora in corso e offrono costantemente nuove informazioni sulla struttura del sito e sulla vita
che vi si svolgeva. L’area coperta dal palazzo raggiungeva i 20 000 metri quadrati circa, per un totale di
1300 ambienti: proprio la complessità della struttura fu ritenuta da Evans all’origine della leggenda sul celebre labirinto. Dal culto
cretese del toro sarebbe invece nata la leggenda di Pasifae, moglie di Minosse, e del suo mostruoso figlio, il Minotauro, concepito con un toro
bianco.