Micene
Micene, la mitica patria dei re Atreo e Agamennone, sorgeva a una dozzina di chilometri dal mare, su un colle alto 278 metri (11). L’insediamento risale al 2000 a.C., ma i corredi funerari rinvenuti nelle necropoli rivelano che la città conobbe una grande fioritura artistica solo attorno al 1800-1700 a.C., mentre le enormi mura ciclopiche – che ancora la circondano – furono costruite verso il 1350 a.C., epoca del massimo splendore politico ed economico. Nel punto più alto della città si trovava il Palazzo reale, che al centro ospitava la sala del trono, dove si svolgevano attività sia politiche sia religiose.
L’accesso principale alla città era situato a nord-ovest e avveniva attraverso la Porta dei Leoni
(12-14), così chiamata per la decorazione posta sopra il colossale architrave nel
triangolo di scarico. Quest’ultimo è una soluzione costruttiva che compare per la prima volta in ambito miceneo e che rende più
efficace il sistema trilitico . Sopra l’architrave un’apertura triangolare permette di scaricare sulle
colonne laterali della porta (gli stipiti) il peso dell’edificio. Senza questo accorgimento l’architrave rischierebbe di rompersi. In questo caso il
triangolo è riempito da un rilievo raffigurante due leonesse (e non leoni, a dispetto del nome della porta).
La costruzione delle mura incluse anche una necropoli preesistente con tombe a fossa dai ricchissimi corredi, cinta da un muro circolare: è il
cosiddetto Circolo A (13). La necropoli ospitava le tombe dei sovrani che avevano regnato tra il
1600 e il 1500 a.C., in una precedente fase di splendore della città, contemporanea all’epoca dei fastosi palazzi cretesi.
Un circolo funerario più antico, detto Circolo B e databile al XVII secolo a.C., fu trovato più in basso, al di fuori delle mura. I
corredi qui rinvenuti, più semplici di quelli delle sepolture del Circolo A, constano soprattutto di armi.