LA GRECIA ARCAICA >> Le origini dell'arte greca 5. La ceramica nel Periodo di Formazione Durante il Medioevo ellenico la Grecia attraversa una fase di grande crisi e trasformazione; rispetto alla precedente età micenea, in particolare, si riducono drasticamente gli scambi commerciali. Tuttavia, la produzione di , anche se fortemente impoverita, non scompare e, dalla seconda metà dell’XI secolo a.C., sviluppa un nuovo tipo di decorazione che caratterizza lo stile detto (1050-900 a.C. ca.). Centro propulsore di questo nuovo stile è la città di : la ceramica protogeometrica attica è esportata e imitata nelle altre regioni greche, che sviluppano variazioni locali senza raggiungere però il rigore e la perfezione di quella ateniese. Rispetto alla varietà di età micenea, i ceramisti di questo periodo si concentrano su : vasi di medie e grandi dimensioni per trasportare e contenere liquidi o alimenti (anfora, brocca, cratere e tripode) e forme più piccole di uso quotidiano, per bere, consumare cibi o per contenere sostanze pregiate come unguenti, oli ed essenze o, semplicemente, per riporre piccoli oggetti (coppa, piatto, pisside). , dall’apertura (bocca) spessa e dalla base d’appoggio (piede) larga, conferiscono al vaso protogeometrico un senso di , e . La è strettamente legata alla struttura del vaso e ne sottolinea le singole parti: in vernice nera sono evidenziate spesso le parti funzionali, ossia il collo, il piede e le anse; sul corpo, chiaro, sono tracciate una o più fasce nere. Altre volte fasce chiare risaltano sul fondo verniciato di nero. Nei riquadri principali (mètope) compare inizialmente un repertorio di (resi a mano libera o a compasso) come cerchi, semicerchi, linee ondulate, che si avvicinano al gusto miceneo. In seguito, invece, iniziano a inserirsi motivi decorativi sempre più rettilinei, che anticipano il periodo Geometrico vero e proprio, come e ( p. ). Raramente in questa fase stilistica compaiono umane o animali, che rimangono comunque . Ne sono un esempio le immagini di ; non è un caso che sia rappresentato proprio il cavallo, compagno inseparabile dell’eroe greco e simbolo della nascente cultura aristocratica guerriera. Al periodo sono databili anche , come il centauro (personaggio mitologico metà uomo e metà cavallo) rinvenuto in una sepoltura a Lefkandi , decorato con motivi geometrici su fondo chiaro che lo collocano attorno al 900 a.C. Lo stile Protogeometrico manufatti in ceramica Protogeometrico Atene poche forme ricorrenti e funzionali Forme poco allungate solidità equilibrio robustezza decorazione elementi geometrici curvilinei rombi meandri ► 68 figure molto stilizzate piccoli cavalli filiformi (1) piccole sculture in terracotta (2) 950 a.C. ca. (Protogeometrico), ceramica dipinta, h 47,2 cm. Atene, Museo del Ceramico (da Atene). 1. Anfora con cavallino stilizzato, 900 a.C. ca. (Protogeometrico), terracotta, h 36 cm. Eretria (Grecia), Museo Archeologico (da Lefkandi, isola di Eubea). 2. Piccolo centauro, › pagina 68 Le premesse stilistiche del Protogeometrico si sviluppano e si arricchiscono nel periodo successivo, il (900-700 a.C. circa), le cui forme, rigorose e astratte, rappresentano un’importante innovazione rispetto alla produzione di età micenea. Durante il Geometrico i ceramografi (gli artisti che decorano i vasi) acquistano un senso decorativo più maturo, soprattutto nella produzione attica, e sviluppano motivi decorativi tipici che permettono di distinguere il lavoro di diverse officine. e accanto alle piccole forme si afferma l’uso di vasi di notevoli dimensioni. Si tratta di grandi usati per mescolare il vino durante i banchetti, e di utilizzate sia in ambito domestico per il trasporto dell’acqua sia come segnacolo ( ) sulle sepolture a cremazione. L’VIII secolo a.C. vede infatti l’affermarsi della pratica funeraria a incinerazione (cremazione dei defunti e conservazione delle ceneri), che sostituisce l’inumazione (cioè la sepoltura dei defunti) di età micenea. Come le moderne lapidi, i grandi vasi funerari riccamente decorati erano collocati su lastre poste a protezione delle urne che contenevano le ceneri, sepolte a circa un metro di profondità; servivano, oltre che per segnalare la tomba, per le libagioni in onore dei defunti, cioè per quegli atti sacrificali con cui alcuni prodotti, come vino, latte o miele, venivano versati in offerta ai morti. Sui di alcune forme vascolari chiuse, come le pissidi, compaiono , che riprendono le figure di uomini o cavalli prodotte nello stesso periodo dalla piccola statuaria in terracotta, bronzo e avorio a scopo votivo o funerario. Per quanto riguarda la decorazione, si assiste a un , che progressivamente ricoprono scandendone la forma . Il risultato è una successione di strisce ornamentali, in genere più alte sulla pancia e sul collo del vaso, riempite da catene di elementi geometrici. Tra questi prevalgono cerchi, rombi, punti, scacchi, reticolati, zigzag e meandri . La decorazione geometrica può essere interrotta da piccole figure di , come cavalli, cervi e capri pascenti, cigni o altri uccelli acquatici, che in alcuni casi contraddistinguono le officine di produzione: l’effetto voluto è sempre di tipo ornamentale, mai naturalistico, e ricorda l’arte della tessitura. All’interno di questo tessuto decorativo trova spazio anche la , ridotta però a una rappresentazione schematica e astratta: gli uomini e le donne sono semplici con il torso di prospetto (cioè visto frontalmente) reso da un triangolo, gambe di profilo, braccia filiformi piegate ad angolo e macchie nere per la testa con sporgenze per rendere nasi e menti . In genere le figure, tutte uguali, sono disposte una di seguito all’altra in sfilate, danze o cortei, oppure sono raffigurate simmetricamente attorno al letto del defunto. Le scene più frequentemente rappresentate sono infatti, a causa della destinazione dei vasi, come il trasporto della salma su un carro ( ) o la sua esposizione sul letto funebre ( ) ( p. ). Non mancano raffigurazioni ispirate alla guerra, come , e , e in qualche caso anche . La finalità di questi temi era probabilmente l’eroizzazione della persona scomparsa in base allo spirito dei poemi omerici (l' risale proprio a quest’epoca), a cui rimandano le immagini di cavalieri, guerrieri con scudo e navigatori. Il principale centro di produzione della ceramica in stile Geometrico è , che nel corso dell’VIII secolo a.C. esercita un vero e proprio su tutta la Grecia: gli straordinari vasi attici vengono esportati nel Peloponneso, nelle isole e in Asia Minore, favorendo così la diffusione di un linguaggio comune. Lo stile Geometrico attico raggiunge la sua massima espressione nelle anfore e nei crateri funerari, la maggior parte dei quali sono stati rinvenuti nella , così denominata perché situata appena al di fuori delle mura di Atene, nei pressi del luogo in cui verrà costruita la porta del Dípylon (in greco "doppia porta"). Sono proprio i reperti del Dípylon a costituire la fonte principale delle attuali conoscenze sullo stile di questo periodo. Per il Geometrico maturo (750-700 a.C.), fase in cui si collocano le più importanti realizzazioni artistiche, gli studiosi parlano addirittura di " ". Lo stile Geometrico Geometrico La struttura dei vasi è sempre più allungata e armonica crateri anfore séma coperchi manici plastici (3) aumento dei motivi geometrici tutta la superficie del vaso (4) animali figura umana silhouette nere (5) momenti della cerimonia funebre ekphorá próthesis ► 70 duelli battaglie navali (6) naufragi scene mitiche Iliade Atene dominio culturale e commerciale necropoli del Dípylon stile del Dípylon , 740 a.C. (Geometrico), ceramica dipinta, h 22,3 cm. 3. Pisside Parigi, Museo del Louvre. 720 a.C. ca. (Geometrico tardo), ceramica dipinta, h 43,5 cm. Berlino, Musei Statali, Antikensammlung. 4. Anfora con animali, Alcuni tra i principali motivi decorativi dello stile Geometrico: losanghe, svastiche, scacchi, cerchi, meandri, greche, denti di lupo e triangoli. particolare con scena di , 750 a.C. ca., ceramica dipinta. 5. Maestro del Dípylon, Cratere del Louvre, próthesis Parigi, Museo del Louvre. 770 a.C. ca. (Geometrico), ceramica dipinta, h 99,1 cm. New York, Metropolitan Museum. 6. Cratere,