FOCUS 

LA LAVORAZIONE E LE FORME DELLA CERAMICA

L'estrazione e la preparazione dell'argilla

La materia prima per la realizzazione della ceramica è l'argilla. Dopo essere stata estratta dalle cave, l'argilla era fatta seccare e frantumata in piccoli pezzi, da cui venivano rimossi gli scarti. Quindi era sciolta in acqua e lavata da ogni impurità, con un procedimento ripetuto più volte. L'argilla così depurata veniva lasciata ad asciugare fino a ottenere una spessa pasta, messa poi a riposare in un locale umido. Qui rimaneva fino al raggiungimento di una sufficiente duttilità, utile per la lavorazione.

La realizzazione dei vasi

I vasi erano modellati dal ceramista e dipinti dal ceramografo, ma alcuni di questi artigiani svolgevano entrambe le attività. Con lo sviluppo dell'arte ceramica, i prodotti creati in alcune botteghe assunsero grande fama: ceramisti e ceramografi, consci delle proprie capacità, cominciarono a lasciare la propria firma sulle opere realizzate.
Dalla metà dell'VIII secolo a.C., i vasi furono lavorati al tornio, un pesante disco (in legno, terracotta o pietra) montato su un perno e fatto girare direttamente dal vasaio.
Ottenuta la forma desiderata, si aggiungevano gli elementi eseguiti a parte e fatti seccare. Oltre alle anse, che venivano attaccate nella fase finale, negli esemplari più grandi anche la base e il collo erano lavorati separatamente.
Una volta assemblato, il vaso finito era sottoposto a levigatura e lucidatura per mezzo di un utensile di pietra o di legno (stecca). A questo punto, il ceramografo tracciava lo schizzo delle figure sulla superficie pulita e asciutta con un bastoncino di carbone o di piombo, di cui in alcuni casi sono ancora visibili le tracce.
Le fasi di cottura erano determinanti per la riuscita del manufatto (e, come vedremo, per la qualità delle decorazioni): la temperatura non corretta o non adeguatamente controllata poteva determinare la rottura del vaso o lasciare segni di bruciatura.