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Le pitture rupestri

Le pitture rupestri europee del Paleolitico superiore sono concentrate nella Francia meridionale e in Spagna (zona definita da alcuni studiosi area franco-cantabrica o mediterranea). In Italia, per questo periodo, è noto solo il sito di Grotta Paglicci (Foggia).
In base alla datazione con il radiocarbonio, si ritiene che le pitture più antiche siano quelle della Grotta Chauvet (presso Vallon-Pont-d’Arc, nella regione francese dell’Ardèche), comprese tra 32 900 e 24 770 anni fa, a riprova della lunga frequentazione del sito. Ma l’arte rupestre continua per decine di migliaia di anni, come testimonia lo stupefacente repertorio presente nelle grotte di Lascaux, Niaux e Altamira, dove figure di animali, impronte di mani, segni geometrici e, più raramente, figure umane, sono stati datati, per le fasi più recenti, a 14 000 anni fa.

Cro-Magnon: i primi artisti europei

Nel Paleolitico superiore è presente in Europa una variante di Homo sapiens nota come uomo di  Cro-Magnon (dal sito di Cro-Magnon, presso Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil in Dordogna, Francia). La stessa variante, cui recenti studi sul DNA attribuiscono tratti somatici simili a quelli degli africani, è attestata anche in Italia (Grotta di Paglicci). Si tratta di cacciatori-raccoglitori abili nella caccia alla fauna delle steppe dell’Europa centro-meridionale, di cui conoscono a fondo le abitudini. I maschi Cro-Magnon sono alti 1,80 metri, hanno il mento prominente, la fronte spaziosa, braccia e gambe robuste; le femmine sono invece più minute. Come si presume dalle dimensioni di alcune impronte di mani dipinte sulle pareti rocciose, entrambi si dedicano a qualche forma di pratica artistica.