5.  LA GRECIA ARCAICA >> Le origini dell'arte greca

Gli ordini architettonici

Nel tempio greco le forme, le dimensioni e le relazioni dei diversi elementi architettonici sono regolate da precisi rapporti matematici. L’architetto romano Vitruvio (I secolo a.C.) ha riassunto e tramandato queste regole nel trattato De architectura (► pp. 252-253). Egli prescrive infatti di assumere un’unità di misura, il “modulo” (in latino modulus), che deve ricorrere in tutto l’edificio attraverso i suoi multipli e sottomultipli: «Come nel corpo umano la caratteristica euritmica [cioè derivante da un aspetto bello e armonico] sta nel rapporto simmetrico dato dalla mano, dal piede, da un dito e dalle altre membra, così dev’essere nella realizzazione di un’opera architettonica. E specialmente negli edifici sacri il calcolo delle proporzioni è dato dal diametro delle colonne o dal triglifo».
In altre parti del trattato, Vitruvio evidenzia, distingue e descrive i criteri stilistici e proporzionali con cui sono realizzati i vari elementi architettonici e decorativi. Questo insieme di norme si definisce ordine architettonico. L’ordine architettonico non può essere chiamato stile, perché questo termine si applica a caratteri tipici di una certa epoca o di un determinato luogo, mentre gli ordini architettonici antichi hanno costituito il vocabolario di base dell’architettura occidentale per molti secoli.
Nell’architettura greca si distinguono tre ordini architettonici, ai quali Vitruvio ha dato i nomi di dorico, ionico e corinzio.
Dossier Arte plus - volume 1

Dalla Preistoria all'arte romana

Laura Fenelli, Emanuela Ferretti, Laura Guasti, Claudio Pescio

Treccani Giunti TVP, 2015

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