FOCUS 

LA CORREZIONE DEGLI EFFETTI OTTICI

Gli ordini architettonici greci erano regolati da norme precise e le misure dei singoli elementi erano fissate da rapporti matematici. L’applicazione rigida di queste regole, però, avrebbe creato anomalie o deformazioni ottiche. Quindi, per fare in modo che l’occhio umano percepisse un effetto complessivo di regolarità, tali deformazioni venivano corrette con aggiustamenti, per far sì che i templi risultassero più armoniosi. Si parla dunque di correzione degli effetti ottici.

Il conflitto angolare

Il conflitto angolare è un problema che nasce dal contrasto tra due regole dell’ordine dorico:

– i triglifi dovevano essere sempre in asse con la colonna sottostante;

– ogni lato del fregio doveva terminare con un triglifo (e quindi su ogni spigolo dovevano esserci due triglifi concomitanti).

Se si applicassero contemporaneamente le due regole, la colonna posta in angolo uscirebbe dalla trabeazione (a). Per attenuare questo problema si usava allargare l’ultima metopa (b) o, lasciando le metope invariate, avvicinare proporzionalmente fra loro le ultime tre colonne (c). In questo modo la correzione era “distribuita” su tre colonne e dunque era poco percepibile.