5.  LA GRECIA ARCAICA >> Le origini dell'arte greca

L'ordine dorico in Italia

Nelle colonie della Magna Grecia, e ancora di più in Sicilia, l'applicazione dell'ordine dorico presenta caratteri autonomi rispetto a quelli della madrepatria. I templi sono solitamente più imponenti, con una pianta più allungata e una cella arretrata verso il fondo, in modo da accentuare la profondità del prònao, che presenta una doppia fila di colonne. L'opistodomo è assente e sostituito spesso da un ádyton (letteralmente "inaccessibile"), un ambiente realizzato sul fondo della cella e privo di apertura verso l'esterno (forse spia di caratteristiche autonome anche nella ritualità di questi territori occidentali).

Tempio C di Selinunte

Il Tempio di Selinunte (colonia greca sulla costa sudoccidentale della Sicilia), noto come Tempio C e probabilmente dedicato ad Apollo (32-33), è datato intorno alla metà del VI secolo a.C. circa e mostra molto bene l’indipendenza e la libertà dell’applicazione delle norme costruttive nel dorico siciliano. Oggi restano 39 colonne, di cui 14 sono state rialzate negli anni Venti del Novecento, che danno un’immagine suggestiva della grandiosità delle dimensioni dell’edificio.
La pianta del tempio mostra una cella molto allungata con ádyton sul fondo e pronao introdotto da due file di colonne. La peristasi, di sei colonne sul lato breve e 17 su quello lungo, crea intorno alla cella una larga galleria, disponendosi dunque con maggiore libertà lungo il perimetro; sia il diametro delle colonne sia l’intercolumnio (lo spazio che intercorre tra due colonne) variano in base alla collocazione. Tutto ciò manifesta lo sviluppo di tendenze autonome dell’ordine in queste zone periferiche, con un’evidente diminuzione del rigore a vantaggio di una maggiore libertà creativa e della fantasia.