II tempo e il luogo
L’opera, un rilievo in prezioso marmo rosa di Verona, è datata 1178, come si legge nell’iscrizione in eleganti caratteri che corre al di sopra della
scena; in essa Benedetto Antelami ha posto anche la propria firma, accompagnata dall’appellativo di sculptor (scultore), con
un gesto di autoconsapevolezza della propria abilità artistica che ha pochissimi precedenti nell’età romanica.
La lastra, oggi murata nel transetto destro del Duomo di Parma, era in origine collocata su un pontile, smembrato nel Cinquecento. Si trattava di una sorta di cancello sopraelevato che, come una recinzione, separava il presbiterio dalla navata. Era probabilmente sorretto da colonne poggianti su leoni e dotato di altri rilievi decorati, di cui resta solo un frammento ormai illeggibile con un Cristo in gloria, riutilizzato come pietra tombale nel XVI secolo.
Sembra che provengano da questo stesso pontile anche alcuni capitelli, che si trovano ora custoditi nella Galleria Nazionale di Parma.
La lastra, oggi murata nel transetto destro del Duomo di Parma, era in origine collocata su un pontile, smembrato nel Cinquecento. Si trattava di una sorta di cancello sopraelevato che, come una recinzione, separava il presbiterio dalla navata. Era probabilmente sorretto da colonne poggianti su leoni e dotato di altri rilievi decorati, di cui resta solo un frammento ormai illeggibile con un Cristo in gloria, riutilizzato come pietra tombale nel XVI secolo.
Sembra che provengano da questo stesso pontile anche alcuni capitelli, che si trovano ora custoditi nella Galleria Nazionale di Parma.