FOCUS 

LE TECNICHE PITTORICHE TRA DUECENTO E TRECENTO

Gli affreschi

Gli interni medievali erano decorati con dipinti murali realizzati sulle pareti, sui pilastri, sulle volte e sui costoloni. Non si tratta sempre di affreschi ma, in alcuni casi, di pittura stesa a secco.
Si definisce propriamente affresco una pittura murale eseguita su un intonaco ancora fresco, nella quale il colore, composto di terre sciolte in acqua, si fissa con una reazione chimica di carbonatazione (la combinazione di calce spenta con l'anidride carbonica dell'aria, che dà luogo alla formazione di carbonato di calcio). L'esecuzione di un affresco prevede la stesura di un primo strato di intonaco molto ruvido, l'arriccio, sul quale si traccia la sinòpia, cioè un disegno preparatorio più o meno dettagliato. Il termine "sinopia" deriva da Sìnope, un centro dell'Asia Minore in cui si estraeva una particolare terra rossa utilizzata a tale scopo. Si stende poi un altro strato di intonaco su una superficie che, fino al XIII secolo, corrisponde a una larga striscia orizzontale pari alla lunghezza del ponteggio su cui si sta operando (metodo delle pontate); successivamente, l'intonaco viene steso sulla superficie che si prevede di affrescare in un giorno di attività (metodo delle giornate). Questo metodo consente di dipingere sempre su intonaco fresco, con una migliore tenuta del colore nel tempo e di conseguenza una più duratura conservazione del dipinto. In ogni affresco ci sono però delle parti in cui il colore è dato a secco, come gli inevitabili ritocchi o lo sfondo.
Nella pittura medievale, lo sfondo consiste in una tinta blu uniforme, ottenuta dalla macinazione di pietre pregiate come il lapislazzuli o l'azzurrite, stesa sopra uno strato preparatorio grigio o rosso. Spesso sono presenti anche applicazioni metalliche dipinte per simulare l'oro.