dossier l'opera Giotto CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI 1303-1305 Padova L'interno, a una sola navata, è coperto con una volta a botte e interamente rivestito da affreschi: Cacciata di Gioacchino dal tempio San Gioacchino ripara tra i pastori L'angelo annuncia a sant'Anna che sarà madre L'angelo annuncia a san Gioacchino sacrificante che la sua preghiera sarà esaudita Sogno di san Gioacchino Incontro di san Gioacchino e sant'Anna alla Porta Aurea di Gerusalemme Natività di Maria Presentazione di Maria al tempio Consegna delle verghe a san Simeone Preghiera per la fioritura delle verghe Sposalizio di Maria Corteo nuziale di Maria Dio Padre affida all'arcangelo Gabriele l'annuncio a Maria Annunciazione Visitazione Natività Adorazione dei Magi Presentazione di Gesù al tempio Fuga in Egitto Strage degli innocenti Gesù tra i dottori Battesimo di Gesù Nozze di Cana Resurrezione di Lazzaro Ingresso di Gesù in Gerusalemme Cacciata dei mercanti dal tempio Giuda riceve il prezzo del tradimento Ultima cena Lavanda dei piedi Bacio di Giuda Gesù davanti a Caifa Incoronazione di spine Salita al Calvario Crocifissione Compianto sul Cristo morto Resurrezione Ascensione Pentecoste 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 La Cappella degli Scrovegni era parte di un palazzo edificato sulle rovine dell’anfiteatro romano: per questo è chiamata anche "Cappella dell’Arena". Il committente, Enrico Scrovegni, apparteneva a una famiglia arricchitasi con l’usura; con la costruzione dell’edificio e la sua decorazione egli non intendeva tanto espiare i propri peccati, quanto proclamare la legittimità delle ricchezze e del loro impiego a fin di bene. Gli affreschi furono eseguiti quasi certamente fra il 1303 e il 1305. II tempo e il luogo L'edificio, forse progettato dallo stesso Giotto, si presenta esternamente con una semplice facciata a capanna. L’interno della cappella è coperto da una volta a botte e interamente rivestito da affreschi. La è occupata da un grande in cui compare anche il committente con il modello della cappella; sulle altre pareti sono raffigurate (i genitori della Madonna) e , tratte dai Vangeli canonici e da quelli apocrifi (in particolare lo Pseudo-Matteo) e dagli Atti degli apostoli. Le storie sono disposte su sovrapposti, divisi orizzontalmente da semplici e verticalmente da ampie a finto marmo e decorate con motivi vegetali e cosmateschi. Nelle bande verticali compaiono formelle lobate con figure a mezzo busto ed episodi biblici o allegorici. Nella volta, dipinta di blu con stelle dorate, sono presenti dieci tondi con busti di Cristo, della Vergine, del Battista e di sette profeti. Nell’alto dipinto a finti marmi sono inserite le , eseguite a monocromo simulando la presenza di sculture. Tra i vizi mancano i più comuni, come gola, accidia, lussuria, superbia e, in particolare, l’avarizia, come se Enrico Scrovegni volesse evitare commenti malevoli sulla sua persona o sulla sua famiglia. In questo ciclo Giotto raggiunge il culmine della sua arte sia nella resa dello spazio sia nella rappresentazione di azioni e sentimenti umani. Prevalgono i toni drammatici, ma non mancano spunti realistici e perfino grotteschi, come nei demoni del . La descrizione e lo stile parete d’ingresso Giudizio finale Storie di Gioacchino e Anna Storie di Maria e di Cristo tre registri cornici bande dipinte zoccolo personificazioni delle Virtù e dei Vizi Giudizio Il della controfacciata, con il particolare del committente raffigurato con il modello della cappella. Giudizio finale › pagina 168 Ai lati dell'abside Giotto dipinge due cappelline gotiche. La sicurezza con cui sono costruite anticipa la prospettiva quattrocentesca, ma il risultato è frutto, più che di calcoli matematici, della capacità del pittore di osservare e riprodurre la realtà: le linee convergono verso un punto di fuga comune e le bifore si aprono su un cielo azzurro chiaro e non sull'astratto fondale blu che caratterizza tutti gli affreschi del Trecento. Il riquadro della è occupato da una loggia con archi trilobati – vista di spigolo e indagata nelle sue forme gotiche e nei vari materiali – sotto la quale siedono gli apostoli. Alcuni sono mostrati di schiena, altri di profilo o di tre quarti, costruendo così la loro disposizione nello spazio; anche la varietà dei gesti e delle espressioni dei volti contribuisce a narrare l'eccezionalità della discesa dello Spirito Santo. Pentecoste Nell' Anna e Gioacchino, futuri genitori di Maria, si ritrovano dopo aver ricevuto separatamente l'annuncio della prossima nascita della figlia. L'abbraccio dei due anziani coniugi è sottolineato dallo sguardo attento del pastore sulla sinistra e dai sorrisi delle amiche della donna. Tra queste, la figura ammantata di nero, variamente interpretata dalla critica, potrebbe essere una personificazione della Sinagoga, in lutto per l'avvento del Cristianesimo, o alludere allo stato vedovile di Anna nel periodo in cui il marito era stato allontanato dalla città perché privo di figli. Nel testo dello Pseudo-Matteo a cui si ispira questa parte del ciclo, la donna pronuncia proprio le parole: «Ero vedova, ora non lo sono più!». Incontro alla Porta Aurea, Il contrasto del manto nero con il volto pallido e con le vesti bianche della figura che le sta di fronte è di grande efficacia: si tratta di un effetto inconsueto nella pittura trecentesca, tale da far pensare a soluzioni adottate da pittori del Seicento o addirittura dell'Ottocento. La struttura della Porta Aurea, sottolineata da cornici dorate che alludono al suo nome, ricorda quella dell'Arco di Augusto a Rimini, all'epoca utilizzato come porta della città, che Giotto aveva sicuramente osservato nel periodo in cui aveva lavorato in quel centro. › pagina 169 Nella scena delle figurano personaggi nei costumi dell'epoca, come la sposa vestita di rosso e l'assaggiatore panciuto, descritto con insistenza quasi caricaturale. L'uso di raffigurare santi e personaggi del passato in abiti alla moda è molto frequente nel Trecento e nel Quattrocento. Nozze di Cana Il è uno degli episodi più famosi dell'intero ciclo per il pathos che riesce a trasmettere. Giotto si concentra sulla gestualità dei personaggi e degli angeli in volo; anche il paesaggio spoglio sottolinea la tragicità dell'evento. Compianto sul Cristo morto