I dipinti murali delle catacombe sono eseguiti con tecniche simili a quelle della pittura romana, ma spesso con modalità e materiali più economici. Non si
tratta di veri e propri affreschi, ma di pitture a tempera stese sopra uno o più strati preparatori, impiegando uno
stilo o un pennello. I pigmenti, di origine minerale o vegetale, sono sciolti nell'acqua; i colori più usati sono il bianco, il rosso e il verde, mentre
il nero e l'azzurro, più costosi, sono molto rari. Anche la scelta di lasciare il fondo bianco ha motivazioni prettamente economiche.
Da testimonianze letterarie si ha anche notizia di pitture a encausto, che però non si sono conservate. Questa tecnica, già in uso presso
i Romani, utilizzava colori sciolti nella cera bollente.
I mosaici
II mosaico è una tecnica che consiste nell'applicare su una superficie parietale o pavimentale piccoli pezzi (tessere,
dal latino tessera, cioè "tavoletta quadrangolare") di pietre naturali, di terracotta o di paste vitree,
bianche e nere o di diversi colori, per formare motivi decorativi, figure o scene complesse. Gli esempi più antichi (i mosaici a coni di Uruk in
Mesopotamia) risalgono al IV millennio a.C. Nella Grecia classica, in Età ellenistica e presso i Romani il mosaico viene impiegato per rivestire i
pavimenti: nella locuzione latina musaicum opus (opera mosaica), il termine musaicum è un'alterazione di musaeus, derivato da
Musa, perché questo opus era utilizzato per rivestire i pavimenti delle grotte nei giardini romani dedicati alle Muse.
A partire dal IV secolo d.C. il mosaico è utilizzato anche per la decorazione di pareti, volte e cupole e conosce la
massima diffusione nell'arte paleocristiana e in quella bizantina, che fanno uso di tessere in pasta vitrea, introdotte dai Romani. Il
vetro, ottenuto dalla solidificazione di ossido di silicio, è reso opaco con un composto di piombo e stagno, e colorato con l'aggiunta di sali minerali;
le tessere dorate, invece, si ottengono inserendo una foglia d'oro fra due strati di vetro: quello sottostante rosso o verde, quello soprastante
trasparente. Le tessere sono disposte con inclinazioni differenti per determinare diversi effetti di riflessione della luce, in particolare nelle zone
dorate, e per sottolineare l'andamento di panneggi, barbe e capigliature.
La realizzazione di un mosaico richiede la partecipazione di artisti di competenze diverse: il pictor imaginarius, che disegna
la composizione, il pictor parietarius, che riporta e adatta il disegno sul muro, e il pictor musivarius, che colloca le tessere su uno
strato cementizio.