1.  DAL PALEOCRISTIANO ALL'ALTO MEDIOEVO >> L'arte altomedievale

I Longobardi in Italia

L'arte longobarda e l'eredità tardoantica

L’arte del periodo longobardo testimonia l’incontro tra la cultura germanica e le tradizioni romana e paleocristiana. Il recupero di modelli antichi, sempre filtrato attraverso la sensibilità barbarica, inizia già con Agilulfo (re dei Longobardi dal 591 al 616), unito in matrimonio con la cattolica Teodolinda (589-616), ed è dapprima visibile soprattutto in produzioni "minori"; si rafforza poi nella prima metà dell’VIII secolo con la rinascenza liutprandea (dal nome del re Liutprando, 712-744) e i successivi re longobardi.

Lamina di Agilulfo 

Il frontale di elmo di ferro, originariamente ricurvo, conosciuto come Lamina di Agilulfo (52), è databile fra il 590 e il 615. Rivestito di rame sbalzato, cesellato e dorato, mostra un re seduto in trono affiancato da due militi armati, due vittorie alate in movimento, due coppie di offerenti e due alte torri, tutti disposti in modo rigidamente simmetrico. La raffigurazione riprende gesti e iconografie imperiali, ma la solenne frontalità dei rilievi dell’Arco di Costantino a Roma lascia il posto a una ruvida espressività. Le inesattezze nelle iscrizioni (Victuria invece di Victoria) evidenziano difficoltà nell’uso del latino.