Basilica di Sant'Ambrogio a Milano
Ricostruita attorno al 1098 sulle fondamenta di una chiesa paleocristiana, la Basilica di Sant'Ambrogio, a Milano, è l'edificio più rappresentativo del
Romanico lombardo. La sua principale caratteristica è il vasto quadriportico di origine paleocristiana
(36). Si tratta di un cortile con un porticato che si sviluppa su tutti e quattro i lati, concepito in modo tale
che i lati lunghi costituiscano una sorta di prolungamento ideale delle navate laterali interne all'edificio. La struttura ha anche un
significato simbolico e spirituale, poiché permette al fedele un percorso, seppur breve, di meditazione, preghiera e purificazione,
prima di giungere all'interno della chiesa . Entrando in questo spazio si scorgono in fondo le grandi arcate del nartece
(33), disposte su due piani e addossate alla facciata con tetto a capanna; la larghezza
complessiva delle tre arcate corrisponde, all'interno, a quella della navata centrale.
La chiesa ha una pianta rettangolare e ha,
se si escludono le absidi, la medesima lunghezza e ampiezza del quadriportico (35). L'interno (34), a tre navate, presenta tre absidi semicilindriche e una cupola ottagonale in corrispondenza del presbiterio, racchiusa da un tiburio della medesima
forma. La navata centrale, come accade di frequente nel Romanico italiano, è larga il doppio di quelle laterali, ed è suddivisa in quattro campate
quadrate. Le navate laterali sono spartite in senso longitudinale da archi a tutto sesto. Compare qui, esempio precoce in Italia, la
volta a crociera costolonata. Il rivestimento interno si caratterizza per l'impiego del mattone, che col suo colore
rosso crea un magnifico effetto visivo, combinandosi per contrasto con la muratura intonacata di bianco.