dossier l'opera 

DUOMO DI MONREALE

  • 1172-1189
  • Monreale (Palermo)

    II tempo e il luogo

    L’edificio più rappresentativo della Sicilia normanna è il Duomo di Monreale, voluto da Guglielmo II per accogliere le tombe dei re normanni, dopo che era tramontato il progetto del suo avo, Ruggero II, di fare di Cefalù la sede dei mausolei regali. La chiesa, situata su una collina a pochi chilometri da Palermo, è la perfetta sintesi della ricchezza di voci e influssi che caratterizzano il Romanico siciliano: l’esterno è arabeggiante, l’interno è bizantino, mentre la porta a formelle bronzee fu realizzata dallo scultore e architetto Bonanno Pisano. La data di messa in opera della porta, 1185, indica che in quell’anno probabilmente l’edificio era compiuto nelle sue parti fondamentali.

    La descrizione e lo stile

    La chiesa, di dimensioni grandiose, ha una pianta basilicale a tre navate, simile a quella della Cattedrale di Cefalù, con colonne di marmo adorne di capitelli corinzi e figurati, provenienti da un antico edificio pagano, e un soffitto ligneo a capriate. La facciata è chiusa da due possenti torri quadrangolari e mostra una prodigiosa sovrapposizione di archi intrecciati (la cui visuale è parzialmente coperta dal portico aggiunto nel Settecento), con una decorazione certamente eseguita dalle maestranze arabe che, come indicano le fonti, erano impegnate nel cantiere. La decorazione si estende anche nelle absidi, con vivaci effetti di chiaroscuro e sottili variazioni cromatiche dettate dall’alternarsi di materiali diversi: il calcare chiaro, il laterizio rosso e la pietra lavica nera.
    All’interno le pareti del capocroce (la parte della chiesa oltre il transetto) e della navata centrale sono rivestite da mosaici a fondo oro, eseguiti tra il XII secolo e la metà del XIII da maestranze in parte locali e in parte veneziane, formatesi alla scuola bizantina. I mosaici raffigurano storie dell’Antico e del Nuovo Testamento; nel catino absidale mediano si trova la colossale figura del Cristo Pantocratore ("che tutto governa"). Guglielmo II era attratto dal mondo raffinato delle corti musulmane, ma nel Duomo di Monreale si mostra attento ai buoni rapporti col Papato e fa magnificare, nel ciclo di mosaici, le vicende dell’Antico Testamento che precedono e preparano l’avvento della Cristianità. Sul fianco destro della chiesa si apre un chiostro quadrato, con archi ogivali a doppia ghiera (cioè formati da due archi concentrici), in cui si mescolano le figurazioni del Romanico italiano con i preziosi intarsi policromi di derivazione orientale.