IL CINQUECENTO  2.  ,   particolare, 1497-1499, marmo. Città del Vaticano, Basilica di San Pietro. Michelangelo Pietà, Il sistema dell’equilibrio tra gli Stati italiani, che, inaugurato con la Pace di Lodi del 1454, garantisce un quarantennio di relativa stabilità territoriale e di pace, ha termine alla fine del secolo. Nel 1494 la spedizione in Italia del re francese dà inizio al lungo periodo delle (che avranno termine soltanto nel 1559). Comincia una fase tormentata della storia italiana, segnata dalla decadenza politica ed economica. La frammentazione territoriale apre la strada alle mire espansionistiche delle maggiori potenze europee del tempo, Francia e Spagna, e gran parte della Penisola perde la propria indipendenza (che riacquisterà soltanto nell’Ottocento, con il Risorgimento). Il , dopo una breve dominazione francese seguita all’estinzione del casato aragonese, finisce insieme alla Sicilia nelle mani della Spagna; , anch’essa contesa tra francesi e spagnoli, è definitivamente sottomessa a questi ultimi nel 1525. Simbolo di questa fase drammatica è il del 1527, con il quale i lanzichenecchi, mercenari tedeschi al soldo dell’imperatore Carlo V, invadono la città, saccheggiandola barbaramente. L'EPOCA E LE IDEE Le guerre d'Italia e la perdita dell'indipendenza Carlo VIII guerre d’Italia Regno di Napoli Milano Sacco di Roma L'Europa al tempo della Pace di Cateau-Cambrésis (1559). L’Europa è intanto scossa dalla frattura religiosa seguita alla , il movimento religioso avviato dalle famose 95 Tesi del monaco tedesco Martin Lutero, affisse nel 1517 sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg. Lutero critica il diffuso nella Chiesa e la , ma solleva anche cruciali questioni dottrinarie riguardanti il significato dei sacramenti, la (ossia la grazia concessa da Dio indipendentemente dalle opere compiute in vita dall’individuo), il rapporto tra fedeli e Sacre Scritture, e quindi tra fedeli e clero, fino ad allora unico interprete della Bibbia. La nei confronti delle Tesi di Lutero – e dei vari movimenti riformatori che si sviluppano nei decenni successivi – è totale e intransigente, e si accompagna a una della Chiesa di Roma attuata con il (1545-1563). La come viene indicato tradizionalmente l’insieme dei provvedimenti adottati a Trento, prevede l’affidamento delle diocesi alla sorveglianza dei vescovi – esemplare, a questo proposito, è l'operato di Carlo Borromeo a Milano – ma anche iniziative di delle opinioni religiose dei fedeli, con la nascita della moderna (1542).  La fine dell'unità religiosa europea Riforma protestante malcostume vendita delle indulgenze giustificazione per fede condanna del Papato riorganizzazione dottrinaria e organizzativa Concilio di Trento Controriforma, controllo e censura Inquisizione L'intervento del clero è molto pesante anche nelle arti e nella cultura: nel 1558, per esempio, viene introdotto l' , che, impedendo la circolazione delle opere ritenute contrarie alla dottrina cattolica, determinerà una grave contrazione della produzione libraria italiana, il cui primato era detenuto da Venezia.  Indice dei libri proibiti Proprio in quest’epoca di così gravi scontri politici e religiosi l’arte e la cultura italiane esprimono comunque i loro frutti più maturi. I più importanti tardorinascimentale sono ancora la Firenze dei Medici, tornati alla guida della città nel 1512, dopo l’esperienza repubblicana seguita alla morte di Lorenzo il Magnifico, e la di Paolo III Farnese (il papa che avvia il Concilio di Trento); sotto Paolo III, la città rivive per qualche tempo i fasti precedenti al Sacco del 1527. La vitalità della cultura italiana riguarda non soltanto i centri maggiori, ma anche realtà più piccole, come la dei Gonzaga e la degli Este, che ospitano una ricca e vivace . L’egemonia culturale italiana, evidente in primo luogo nelle arti figurative, si esprime anche nella e nella Nel 1532 è pubblicata la versione definitiva dell’ di Ludovico Ariosto; nel 1581 viene data alle stampe la di Torquato Tasso. Molto influenti in ambito letterario sono di Pietro Bembo (1525), in cui l’autore propone la lingua petrarchesca come modello per la poesia e quella di Boccaccio per la prosa. Il 1532 è anche l’anno di pubblicazione del di Niccolò Machiavelli, destinato a restare un grande classico della riflessione politica nei secoli successivi; allo stesso periodo risale il di Baldassarre Castiglione, un ritratto del gentiluomo di corte nell’Europa cinquecentesca. Alla metà del secolo, infine, pubblica le , la , che ripercorre le vicende dell’arte italiana dal Tre al Cinquecento, culminanti nell’opera di Michelangelo Buonarroti. Arte e cultura in Italia centri della produzione artistica Roma Mantova Ferrara vita di corte letteratura trattatistica. Orlando Furioso Gerusalemme liberata Le prose della volgar lingua Principe Cortegiano Giorgio Vasari Vite de’ più eccellenti architetti, pittori e scultori prima opera moderna di storia dell’arte