Il CINQUECENTO  2.  I grandi maestri Con l’espressione "grandi maestri" si vuole dare conto di una fase importantissima dell’arte italiana attraverso l’analisi delle opere di e . Si tratta di quattro figure di primo piano che stanno a cavallo dei due secoli e che dunque racchiudono nella loro attività artistica temi di primaria importanza, sviluppati in una gamma di sfumature e gradazioni di estremo interesse. Fra questi temi, alcuni appaiono particolarmente degni di nota: un nuovo modo di usare la il come mezzo di resa della realtà atmosferica e spaziale; l’ ; l’approccio dialettico con l’ , da comprendere a fondo, da emulare ma soprattutto da superare. Sono aspetti del fare artistico che questi maestri esplorano e declinano in modo del tutto innovativo, ponendo le premesse per un decisivo sviluppo degli orientamenti e della sensibilità degli artisti della generazione successiva. Con questa chiave di lettura non si vuole astrarre questi quattro protagonisti dal loro contesto, esaltandone il genio isolato o il solitario e prodigioso talento: sarebbe un’operazione priva di significato o addirittura non corretta sul piano della realtà storica. Sottolineare l’originalità e l’importanza del contributo di questi maestri attraverso lo studio di un gruppo di opere di particolare rilievo permette, infatti, di comprendere quale sia l’ambiente da cui partono e allo stesso tempo consente di mettere in luce gli orizzonti che prefigurano, secondo percorsi non necessariamente del tutto organici o lineari. Nonostante ciascuno di loro sia portatore di a seconda della realtà geografica di appartenenza, della formazione, dei luoghi in cui si trovano a operare e dei committenti con cui si confrontano, questi artisti sono accomunati da alcuni caratteri distintivi: sono personalità poliedriche che posseggono competenze in svariati campi del sapere; aspirano a dare coerenza al proprio pensiero e a conquistare uno sempre più vicino a quello dell’intellettuale, del letterato, dell’uomo di scienza; sanno creare uno scarto deciso rispetto al passato, indicando nuove vie per il futuro con una profondità di pensiero, una qualità e una versatilità nella propria produzione che li distinguono nettamente anche da altre pur grandissime figure a loro contemporanee.                     Bramante, Leonardo, Raffaello Michelangelo prospettiva; colore espressività del corpo umano Antico codici culturali specifici status Gli artisti trattati nelle pagine che seguono incarnano questi concetti: , dopo un esordio come pittore, si avvicina all'architettura con una particolare sensibilità per i della struttura e per le . Giunto a Roma, il contatto diretto con i resti della Roma antica ha un effetto dirompente nella definizione del suo profilo di architetto. Nel vastissimo palinsesto dell'architettura della Roma imperiale, Bramante scopre non solo la sapienza costruttiva dei Romani ma un repertorio inesauribile di tipologie planimetriche e soluzioni compositive che permettono di dare corpo ai concetti di magnificenza e monumentalità ricercati da committenti come Giulio II della Rovere: il papa è così ambizioso da distruggere l'antica Basilica di San Pietro fondata da Costantino per sostituirla con una straordinaria chiesa che ricordi per sempre ai posteri il suo nome, accogliendo anche la sua tomba. Il progetto di Bramante per il nuovo San Pietro si realizza solo in parte, ma è con lui che si pongono le basi per il più importante cantiere architettonico della Cristianità.  Bramante valori spaziali relazioni fra luce e volumi è prima di tutto pittore, ma è anche raffinato e delle sue leggi; si distingue inoltre come grande ingegnere che si applica con continuità al miglioramento della tecnologia del suo tempo, secondo la precipua attitudine a innovare profondamente una consolidata tradizione. La consapevolezza delle proprie capacità è molto forte e l'ultima parte della sua vita è segnata dalla ricerca di committenti che sappiano apprezzare le sue qualità e di commissioni che possano adeguatamente esaltare l'immagine del suo genio.  Leonardo indagatore della natura , formatosi nel raffinato microcosmo urbinate, amplia il proprio orizzonte grazie ai soggiorni fiorentini e romani. Nella Roma di Giulio II e Leone X acquisisce un profilo più sfaccettato: accetta e vince la sfida di incarichi complessi –  – mettendo a punto nuovi metodi di organizzazione del lavoro che faranno scuola nei decenni successivi. L'artista, a contatto con Bramante, sviluppa una precipua predisposizione per l'Antico, da indagare, conoscere approfonditamente attraverso il disegno, ma anche da conservare in una prospettiva che anticipa i più moderni indirizzi della tutela dei monumenti.  Raffaello sia in pittura sia in architettura La sorte riserva a una lunghissima vita, che lo porta a conoscere cambiamenti epocali e senza precedenti: la scoperta del Nuovo Mondo (con la dilatazione dello spazio in termini concettuali, legati ai nuovi orizzonti geografici), la Riforma luterana e la reazione della Chiesa cattolica, insieme agli sconvolgimenti drammatici portati dalle guerre d'Italia di Carlo V e Francesco I – con il corollario del terribile Sacco di Roma – sono eventi di una portata storica straordinaria, che lasciano inevitabilmente tracce anche nella complessa sensibilità dell'artista. In un lungo percorso, spesso tortuoso e frammentario – e dunque difficilmente circoscrivibile in una formula –,  Michelangelo Michelangelo con coerenza e rigore , superando la semplice imitazione del dato naturale. La perfezione che caratterizza la figura umana diviene anche elemento fondativo del suo approccio all'architettura: l'armonia e la bellezza dell'edificio non si ottengono attraverso formule matematiche astratte ma riportando l'edificio a un dialogo stretto con "le membra" dell'uomo. Se questo dunque è il principio che guida la sua architettura, si comprende la libertà con cui si avvicina all'Antico che si offre all'artista come un meraviglioso vocabolario a cui attingere, scegliendo quegli elementi che possono rafforzare i valori scultorei delle sue originalissime composizioni.    esplora l'espressività del corpo umano in scultura e in pittura ,  , 1508-1510 ca., pietra nera, pietra rossa, carboncino, 20,3x15,6 cm. New York, Metropolitan Museum of Art. Leonardo da Vinci Testa della Vergine ,   1487-1488 ca., affresco staccato e trasportato su tela, 120x126 cm. Milano, Pinacoteca di Brera.   Donato Bramante Cantore, , cartone per arazzo montato su tela,tempera su carta, 34,2x46,2 cm. Londra, Victoria and Albert Museum. Raffaello, La predica di san Paolo ,1532-1534, marmo, h 261 cm. Firenze, Palazzo Vecchio. Michelangelo, Genio della vittoria