1.1 DAL PALEOLITICO AL NEOLITICO L’evoluzione delle prime specie del genere umano fu influenzata dall’ambiente e dallo sviluppo di nuove abilità manuali e intellettive. Ambiente ed evoluzione Durante la sua lunghissima storia, iniziata 4,5 miliardi di anni fa, la Terra ha subito grandi cambiamenti ambientali che sono stati tra le cause principali del , ossia della progressiva trasformazione delle specie vegetali e animali, durata molti milioni di anni prima della comparsa degli esseri umani e tuttora in corso. processo evolutivo La savana africana, ambiente di evoluzione dei primi esseri umani. Le teorie dell’evoluzione L’ipotesi che le viventi non rimangano sempre uguali a se stesse, ma si evolvano nel tempo secondo specifiche modalità, fu formulata nel XIX secolo dal naturalista inglese (1809-1882). Nella sua celebre opera (1859), egli spiegò l’influenza che le trasformazioni dell’ambiente hanno sull’evoluzione degli esseri viventi basandosi sul principio della . Secondo questo principio, gli esseri viventi che hanno le caratteristiche migliori per adattarsi ai cambiamenti ambientali sono in grado di sopravvivere e riprodursi meglio degli altri, trasmettendo il proprio patrimonio genetico a una progenie sempre più numerosa; i meno adatti, invece, perdono la con gli altri individui che vivono nello stesso territorio, perché non riescono a procurarsi le risorse necessarie e, soprattutto, perché si riproducono meno: sono dunque destinati a estinguersi, come è avvenuto per i dinosauri circa 65 milioni di anni fa. A partire dalle teorie di Darwin sull’ereditarietà, lo studio della ha dimostrato che questi sono determinati da mutazioni genetiche spontanee e accidentali che, una volta trasmesse alla prole, possono dare luogo a un’ . Durante un lungo percorso evolutivo, definito , si differenziarono quindi le diverse specie umane, classificate poi dagli studiosi nei e . specie Charles Darwin L’origine delle specie selezione naturale competizione genetica cambiamenti adattativi evoluzione della specie processo di ominazione generi Australopithecus Homo PER CAPIRE in biologia, complesso di individui aventi gli stessi caratteri biologici, che riproducendosi hanno discendenti fecondi. branca della biologia che studia la riproduzione degli organismi e la trasmissione dei caratteri ereditari. in biologia, gruppo di organismi vegetali o animali che comprende specie affini. Specie: Genetica: Genere: PER IMPARARE DARWIN – TEORIA DELL’EVOLUZIONE DELLA SPECIE L’ambiente dei primi esseri umani  Secondo le teo-rie evoluzionistiche, gli omìnidi, cioè gli esseri umani e le scimmie (dal greco , “uomo”, e , “forma”, “figura”; significa “di aspetto simile all’uomo”), come gorilla e scimpanzé, sono classificati nell’ e derivano da antenati comuni, comparsi circa nella Rift Valley, in Africa. La è un’ampia valle che varia dai 30 ai 100 chilometri di larghezza e si estende per circa 6000 chilometri di lunghezza nell’Africa orientale ( ). Come indica il suo nome ( in inglese significa “frattura”, “crepa”), si formò in seguito ai movimenti della crosta terrestre che determinarono l’abbassamento del fondo della valle e l’innalzamento delle montagne oggi situate a ovest. Queste trasformazioni furono la causa di un sensibile che interessò l’Africa orientale. A occidente delle montagne si mantenne il clima umido tipico delle foreste pluviali (l’ambiente adatto alla sopravvivenza delle scimmie arboricole, così chiamate perché vivono sugli alberi), con continue e abbondanti piogge alimentate dalle correnti provenienti dall’oceano Atlantico. A est, invece, il clima mutò, perché la barriera costituita dalla nuova catena montuosa non consentì più il passaggio dei venti umidi; le piogge non furono più perenni, ma limitate solo ad alcune stagioni, e di conseguenza la foresta pluviale regredì in seguito a un lungo , lasciando ampi spazi all’espansione della . La savana, nella quale la vegetazione è scarsa e i grandi alberi tipici della foresta pluviale sono assenti, favorì l’evoluzione di una , gli ( ). Intorno a 6 milioni di anni fa, infatti, furono essi a vincere la competizione con le scimmie arboricole, che non trovarono più, in quell’ambiente, le risorse necessarie alla sopravvivenza. antropomorfe ànthropos morphé ordine dei primati 6 milioni di anni fa Rift Valley ► CARTA rift cambiamento climatico processo di inaridimento savana nuova specie di ominidi australopitéchi ► PASSATOPRESENTE PER CAPIRE mammiferi caratterizzati da un muso con pochi peli, dentatura completa, occhi rivolti in avanti e andatura plantigrada, cioè con la pianta del piede appoggiata a terra. Primati: La Rift Valley e i luoghi di ritrovamento dei primi ominidi. Veduta aerea della Rift Valley.   › pagina 18    PASSATO PRESENTE AUSTRALOPITECHI Con questo termine si definiscono gli ominidi che, secondo gli studi più recenti, furono per primi in grado di camminare con postura eretta. Il loro nome deriva dall’aggettivo latino , “del Sud” (perché i primi esemplari furono trovati nel Sud del continente africano), e dal sostantivo gre­co , “scimmia”. Appartengono a questa specie i resti fossili di uno scheletro, ritrovato nel 1973 presso Hadar, nella Rift Valley, che risale a circa 3,2 milioni di anni fa. Si tratta di una femmina, chiamata Lucy dai paleontologi che la ritrovarono in onore di un famoso brano dei Beatles, . australis píthekos Lucy in the Sky with Diamonds I resti fossili di Lucy, famoso esemplare di australopiteco rinvenuto nella Rift Valley. La stazione eretta La principale caratteristica evolutiva che contraddistingueva gli australopitechi dagli altri primati era l’ , ovvero la capacità di camminare su due gambe in , grazie alla quale potevano spostarsi alla ricerca di cibo più facilmente delle scimmie. Gli australopitechi si nutrivano soprattutto di vegetali (frutti, foglie e radici), ma, grazie a una dentatura che consentiva una , cominciarono a mangiare anche resti di animali uccisi da altri predatori e abbandonati nella savana. La , che assicurava un di quello fornito dai vegetali, favorì la sopravvivenza della specie. andatura bipede stazione eretta dieta onnivora carne apporto energetico più elevato Il disegno mostra la differente postura eretta di un australopiteco e di uno scimpanzé. La comparsa del genere   Homo In seguito a un nuovo cambiamento climatico, intorno a comparvero le , che per circa un milione e mezzo di anni convissero con gli australopitechi. Come era già avvenuto per le scimmie arboricole, il cambiamento climatico rese l’ambiente inospitale per gli australopitechi, che si estinsero definitivamente intorno a un milione di anni fa, lasciando nella savana in continua espansione solo le specie del genere . Il loro era molto più sviluppato di quello degli australopitechi, e contribuì a un miglioramento nel controllo degli arti e a una specializzazione e coordinazione dei diversi sensi. In virtù di questo vantaggio evolutivo, essi furono in grado di:  2,5 milioni di anni fa prime specie del genere Homo Homo cervello sviluppare l’  sia per compiti che richiedevano l’impiego di notevole forza fisica, sia per operazioni delicate che implicavano grande precisione; uso delle mani  e imparare a sfruttarla a proprio vantaggio: l’uso del  , la costruzione di ripari e l’impiego di una prima rudimentale tecnologia furono elementi di grande vantaggio nella competizione tra specie; osservare la natura fuoco  esperienze,   da esse ed elaborare le prime forme di   tra individui, che avrebbero determinato il successivo sviluppo del linguaggio e della cultura. memorizzare apprendere comunicazione I primi uomini scoprirono il fuoco in natura.   › pagina 19    Il popolamento della Terra Il costante implicò la necessità di allargare la zona in cui ricercare le risorse alimentari: quando si esaurivano quelle disponibili in una determinata area gli esseri umani erano costretti a migrare altrove; oltre a ciò, anche i cambiamenti climatici favorirono le perché, modificando l’ambiente, influenzavano l’evoluzione delle specie viventi sfruttate dall’uomo per la sua sopravvivenza: se la vegetazione cambiava e le specie animali si estinguevano o si spostavano alla ricerca di terre più ospitali, anche i gruppi umani erano costretti a scegliere nuove aree di insediamento. Le , in particolare, modellarono a più riprese il territorio e determinarono grandi cambiamenti della flora e della fauna, perché, mutando le condizioni ambientali, alcune specie erano favorite dal cambiamento mentre di altre si riduceva la sopravvivenza. Senza le glaciazioni, d’altra parte, la diffusione del genere su tutto il pianeta non sarebbe potuta avvenire, o almeno non nelle modalità in cui si è svolta. A causa di una temperatura più bassa di circa dieci gradi rispetto a quella odierna, durante l’ultima glaciazione il livello delle acque oceaniche si abbassò decisamente, perché gran parte dell’acqua era imprigionata nei ghiacciai. Ciò permise anche il passaggio dei primi uomini nel continente americano, raggiunto probabilmente attraverso lo stretto di Bering, che oggi separa l’Asia nordorientale e l’Alaska, ma che allora presentava un passaggio libero dalle acque oceaniche. Le migrazioni degli esseri umani raggiunsero terre sempre più lontane e, tra 100 000 e 14 000 anni fa, interessarono gradualmente tutti i continenti a eccezione dell’Antartide ( ). Il genere umano, comparso in un’area ristretta della savana africana, rivelò straordinarie che ne consentirono la sopravvivenza nelle più diverse situazioni ambientali, dal clima torrido dei deserti ai ghiacci del circolo polare artico. aumento della popolazione umana migrazioni glaciazioni Homo ► ATLANTE, pp. 2-3 capacità di adattamento PER CAPIRE periodo di tempo durante il quale i ghiacci ricoprono ampie superfici della Terra. Glaciazione: PER IMPARARE IL POPOLAMENTO DELLA TERRA Uno scheletro di mammut, una delle specie estinte a causa dei cambiamenti climatici.  PER RICORDARE Che cosa spiegano le teorie evoluzionistiche? Quando e dove comparvero i primi ominidi? Quali caratteristiche fisiche distinguevano gli australopitechi dalle scimmie arboricole?  Per quali motivi i gruppi umani compivano lunghe migrazioni?