7.3 L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE Mentre l’Europa occidentale si frammentava nei regni romano-germanici, l’impero romano d’Oriente visse una fase di prosperità e di stabilità politica. Costantinopoli e la continuità dell’impero Mentre in Europa occidentale si sviluppavano i nuovi regni germanici, nell’impero romano d’Oriente l’eredità politica e culturale greco-romana dava vita a una civiltà dalle caratteristiche in gran parte inedite e originali. Dall’antico nome della sua capitale, Bisanzio – ancora in uso accanto alla denominazione voluta dall’imperatore Costantino, Costantinopoli – essa è stata chiamata . I Bizantini, tuttavia, definivano loro stessi con il termine greco , “Romani”, a riprova del legame culturale con la tradizione latina. Sebbene la lingua ufficiale dello Stato fosse il greco e l’imperatore d’Oriente fosse chiamato , essi si consideravano infatti eredi e continuatori dell’impero romano. civiltà bizantina Romáioi basiléus PER CAPIRE termine utilizzato nell’antica Grecia per indicare il re e poi ripreso dai sovrani dell’impero d’Oriente. : Basil éu s La basilica di Santa Sofia a Istanbul. L’affermazione dell’impero bizantino La sopravvivenza delle strutture statali dell’impero romano d’Oriente dipese in gran parte dalla forza del suo , ben addestrato e fedele ai generali, e dalle ingenti di cui gli imperatori disponevano. Le ricchezze derivanti dal controllo dei traffici commerciali furono tra l’altro utilizzate per resistere alle invasioni straniere. Anche quando le popolazioni germaniche riuscirono a penetrare nell’impero, infatti, il pagamento di grandi somme di denaro – accanto alle trattative diplomatiche – consentì agli imperatori di scongiurare il dilagare degli invasori, che furono invece spinti verso Occidente. Tra il V e il VI secolo l’impero bizantino mantenne l’egemonia navale nel Mediterraneo e visse un periodo di , accompagnato dalla fioritura dei centri urbani e dall’aumento della popolazione. Gran parte delle risorse economiche, tuttavia, veniva utilizzata per finanziare le spese militari, mantenere l’apparato burocratico e assicurare il consenso delle masse urbane al potere attraverso elargizioni e spettacoli pubblici gratuiti. L’impero era dunque più fragile di quanto potesse apparire. esercito risorse economiche intensa espansione economica e territoriale Potere civile e religioso La stabilità dello Stato consentì agli imperatori bizantini di consolidare la propria autorità, estesa a tutti gli aspetti della vita politica, economica e sociale e rafforzata dalla pressoché completa . I rapporti tra l’autorità civile e le autorità ecclesiastiche furono infatti improntati a ciò che gli storici hanno chiamato (facendo appunto uso dei termini che indicano le cariche politiche e religiose per eccellenza, Cesare e papa). Grazie alla facoltà di nominare il di Costantinopoli, che guidava tutte le comunità cristiane d’Oriente, l’imperatore manteneva di fatto anche il primato in campo religioso e, pur riconoscendo l’autorità morale e spirituale del patriarca, poteva imporre le proprie decisioni al . L’ingerenza dell’imperatore negli affari religiosi aveva soprattutto scopi politici, non solo perché rafforzava l’idea che il suo potere assoluto avesse una legittimazione divina, ma anche perché l’intervento nelle dispute teologiche rappresentava uno strumento per influenzare i rapporti di forza tra Oriente e Occidente, attraverso le relazioni che intercorrevano tra la Chiesa di Costantinopoli e quella di Roma. Un esempio di questa strategia si ebbe nel , con la convocazione del da parte dell’imperatore Marciano (450-457 d.C.). In quell’occasione fu condannata l’ (dal greco , “unica”, e , “natura”), elaborata dal teologo Èutiche agli inizi del V secolo. Mentre l’ortodossia cattolica postulava la doppia natura di Cristo – insieme uomo e Dio –, secondo il monofisismo la dimensione umana di Gesù era assorbita da quella divina, che era dunque la sua vera e unica natura. A Calcedonia fu sancita la preminenza del patriarcato di Costantinopoli su quelli di Antiochia e di Alessandria e la sua equiparazione alla di Roma. Tale provvedimento prendeva atto dell’importanza di Costantinopoli, la “nuova Roma” e la sede dell’impero, ma allo stesso tempo, ponendo Bisanzio e Roma sullo stesso piano, incrinava il . Ne derivarono forti contrasti tra la Chiesa orientale e quella occidentale, che giunsero a provocare la rottura delle relazioni diplomatiche tra le due sedi apostoliche tra il 484 e il 518. L’episodio è conosciuto come , dal nome del patriarca di Costantinopoli che, con l’appoggio dell’imperatore , rifiutò di accettare la sua scomunica emanata in quell’occasione dal papa di Roma. Le relazioni tra le Chiese occidentale e orientale tornarono alla normalità nel 519, con l’imperatore . Costui, con lo scopo di consolidare la stabilità istituzionale, si impegnò nella riconciliazione tra le gerarchie ecclesiastiche e pose fine allo scisma riconoscendo il . sovrapposizione tra potere civile e potere religioso cesaropapismo patriarca clero 451 d.C. concilio di Calcedonia eresia monofisita moné phýsis sede apostolica primato del papa scisma di Acacio Zenone Giustino I primato del papa PER CAPIRE presso le società antiche il termine indicava il capo di una famiglia allargata e nell’Antico Testamento i capostipiti delle tribù ebraiche. In questo contesto identifica l’alta carica del vescovo di Costantinopoli. Patriarca: sono definite tali le Chiese fondate, secondo la tradizione, direttamente dagli apostoli, la più importante delle quali è quella di Roma. Il termine apostolo, da cui deriva l’attributo apostolico, viene dal greco e significa “inviato”, “rappresentante”. Nell’ambito del cristianesimo indica ognuno dei dodici uomini scelti da Gesù tra i suoi discepoli per predicare il messaggio del Vangelo. Sede apostolica: separazione all’interno di una confessione religiosa o più in generale di un gruppo organizzato. Scisma: PER APPROFONDIRE il termine deriva dal greco , che significa “sorteggio” ma anche “eredità”; nel mondo ellenico indicava infatti i lotti di terra divisi in parti uguali tra i nobili di Sparta e assegnati loro in eredità. Durante l’epoca della seconda colonizzazione greca del Mediterraneo (VIII-VI secolo a.C.), lo stesso termine fu utilizzato per denominare gli appezzamenti assegnati ai coloni nelle nuove terre. Con la diffusione del cristianesimo passò invece a indicare le autorità ecclesiastiche, forse perché elette a sorte alla guida delle comunità o forse per il fatto che era loro assegnata l’amministrazione dei possedimenti terrieri lasciati in eredità dai fedeli. Clero: klêros L’interno della basilica di Santa Sofia a Istanbul. › pagina 112 Le premesse dell’espansione territoriale I successori di Zenone furono variamente impegnati nel rafforzamento del potere imperiale attraverso la difesa dei confini e il consolidamento dell’amministrazione statale. ( ) si preoccupò di risanare il bilancio statale, combattendo gli sprechi e rendendo più efficiente il governo dei territori sottoposti al dominio bizantino. Per favorire la crescita economica, Anastasio introdusse anche importanti volte a limitare la formazione dei latifondi per favorire invece la . Se gran parte della ricchezza dell’impero derivava dagli scambi commerciali con l’Oriente, la sua base economica rimaneva infatti solida soprattutto grazie all’abbondante produzione agricola di alcune regioni situate entro i suoi confini – come l’Egitto e le coste del mar Nero – che consentiva di sostenere la crescita della popolazione. L’opera di riforme proseguì durante il regno di ( ), con il quale l’impero bizantino conobbe un periodo di intenso sviluppo economico che garantì l’ . Furono queste le premesse dell’espansione territoriale che caratterizzò la politica estera dell’impero d’Oriente nel VI secolo. Le direttrici delle nuove imprese militari riguardarono prevalentemente le coste del Mediterraneo controllate dai regni romano-germanici, la cui fragilità favorì la vittoria degli eserciti bizantini. In questa politica di riconquista dei territori un tempo appartenuti all’autorità dell’imperatore romano ebbero un peso determinante gli , dal momento che la sottomissione di nuove terre implicava lo sfruttamento delle loro risorse. Un peso rilevante ebbero però anche le , che portavano a vedere nella guerra contro l’Occidente “barbarico” la possibilità di una rinascita dell’impero romano. Anastasio 491-518 d.C. riforme agrarie piccola proprietà contadina Giustino I 518-527 d.C. aumento delle entrate fiscali interessi economici ragioni ideologiche PER CAPIRE che si fonda su un’ideologia, cioè su un insieme di credenze e opinioni che orientano il comportamento di un gruppo di individui. Ideologico: La basilica di San Vitale a Ravenna. PER RICORDARE Su quali basi economiche si basava la forza dell’impero romano d’Oriente? Che cosa si intende con l’espressione “cesaropapismo”? Che cosa sosteneva l’eresia monofisita? Quali fattori favorirono l’espansione territoriale bizantina nel VI secolo? PER IMPARARE L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE STABILITÀ DELLO STATO esercito ben addestrato ingenti risorse economiche POTERE CIVILE E RELIGIOSO cesaropapismo concilio di Calcedonia • equiparazione tra il patriarcato di Costantinopoli e la sede apostolica di Roma scisma di Acacio nel 519 d.C. Giustino I riconosce il primato del papa RIFORME Anastasio (491-518 d.C.) • risanamento del bilancio statale • riforma agraria Giustino I (518-527 d.C.) • intenso sviluppo economico • aumento delle entrate fiscali