5.2 LE NUOVE RELIGIONI DELL’IMPERO La crisi politica e sociale che colpì l’impero nel II e III secolo d.C. favorì la diffusione di nuove religioni, tra le quali si distinse il cristianesimo. Il sincretismo romano Nei territori annessi in seguito alle guerre di conquista, i Romani avevano sempre mantenuto un atteggiamento di nei confronti delle tradizioni e dei costumi locali. Di conseguenza, fin dall’epoca repubblicana le religioni con cui erano venuti in contatto si erano diffuse anche tra la popolazione romana, dando luogo a una contaminazione tra culture diverse ( ). I Romani, infatti, non solo tolleravano che le popolazioni sottomesse venerassero le loro divinità, ma in alcuni casi innestarono addirittura queste nuove fedi all’interno dei loro culti ufficiali. La tolleranza si mutava però in durissima nei confronti dei culti che risultavano in contrasto con le leggi statali o che minacciavano le autorità politiche, come era successo con i Baccanali, banditi da un apposito senatoconsulto nel 186 a.C. tolleranza sincretismo religioso repressione PER CAPIRE  mescolanza di tradizioni culturali e correnti di pensiero filosofico e religioso diverse, conciliate in un unico insieme di credenze e rituali. Sincretismo: Cristo con i dodici apostoli in un affresco proveniente dalle catacombe di Sant’Ilaria a Roma. La diffusione dei culti orientali La diffusione di religioni di origine orientale si intensificò a partire dal II secolo d.C., in concomitanza con la politica, sociale ed economica che colpì l’impero romano (   ). I sentimenti di insicurezza e di angoscia per il futuro provocati dall’instabilità politica, le minacce dei popoli germanici che premevano ai confini delle province, la povertà causata dalla crisi economica spinsero masse sempre più consistenti ad allontanarsi dalla religione tradizionale romana, che aveva un carattere pubblico e politico, e a cercare conforto in un rapporto più intimo con la divinità. Le aspettative di chi sceglieva un culto diverso riguardavano soprattutto la speranza di un’esistenza migliore dopo la morte. A differenza dei culti greci e romani, che davano valore alla vita terrena e avevano una visione pessimistica dell’oltretomba, le religioni orientali erano in grado di rispondere a questo anelito spirituale, perché promettevano la dopo la morte del corpo e la possibilità di riscattarsi dalle sofferenze nell’aldilà. La contaminazione culturale e religiosa nell’impero fu favorita dall’unificazione amministrativa delle province e dall’estensione della cittadinanza, che rese più rapida ed efficace la circolazione delle idee. Si diffusero così, in ampi territori, alcuni culti di origine orientale: crisi ► CARTA salvezza dell’anima il  , cioè il culto indopersiano del dio Mitra, identificato con il Sole e legato a complesse simbologie astrali; era praticato nelle province orientali fin dall’età repubblicana e fu riconosciuto ufficialmente dalle autorità romane nel III secolo d.C.; mitraismo il culto di  , proprio dell’antica religione egizia e legato alla fecondità della natura e alla sopravvivenza dell’anima dopo la morte; la sua affermazione a Roma fu favorita dagli intensi contatti commerciali e culturali seguiti alla conquista dell’Egitto da parte di Augusto; Iside e Osiride i di - e di - , originari dell’Asia minore e radicati già nella Roma repubblicana in virtù dei contatti con il mondo greco, dove da secoli erano praticati in cerimonie segrete riservate agli iniziati; a questo tipo di pratica cultuale, che instaurava un rapporto intimo e diretto con la divinità, appartenevano anche i Baccanali ufficialmente soppressi nel 186 a.C. (ma sopravvissuti fino all’epoca imperiale); culti misterici Dioniso Bacco Demetra Cibele dalla Fenicia si diffuse il culto di , divinità delle piogge e della fecondità dei campi, che a Roma fu identificata con il dio Saturno; anche la venerazione di Baal era legata al tema della morte e della resurrezione dell’anima, che accomunava varie religioni orientali; Baal tra tutte le religioni di origine orientale si distinse il , nato nella prima metà del I secolo d.C. all’interno delle comunità ebraiche della Palestina grazie alla predicazione di un profeta ebreo, , detto , messo a morte dal governatore romano Ponzio Pilato intorno all’anno 30 d.C. Il suo messaggio, che si sarebbe diffuso in tutto l’impero romano tra il I e il III secolo d.C., avrebbe segnato profondamente la cultura del mondo occidentale e la storia dell’Europa e del mondo intero. cristianesimo Gesù di Nazareth il Cristo La diffusione del cristianesimo e delle religioni orientali nell’impero.   › pagina 43    PER RICORDARE Quale atteggiamento mantenevano i Romani nei confronti delle culture dei popoli sottomessi? Quali religioni di origine orientale si diffusero nell’impero romano?