LEGGI L'OPERA: Gli affreschi di Sant’Angelo in Formis UN PO' DI STORIA La Chiesa di Sant’Angelo in Formis, in Campania, fu riedificata sul luogo di una chiesa longobarda dall’abate benedettino Desiderio, come ricorda un affresco in cui l’abate presenta il modellino della chiesa (p. 113). La decorazione pittorica dell’interno è il : al contrario di molti affreschi di questo periodo, che sono andati distrutti, il ciclo di Sant’Angelo in Formis è eccezionalmente ben conservato, e ci aiuta a capire quanto dovesse essere ricca la decorazione delle chiese romaniche. I dipinti ricoprono infatti tutto l’interno dell’edificio, con scene del Nuovo e dell’Antico Testamento. capolavoro della pittura romanica Prima del 1087, affresco. Sant’Angelo in Formis (Capua). Occhio al dettaglio L’evangelista Luca è raffigurato come un bue alato: il vitello è un animale docile e indifeso, simbolo di sacrificio. Osserva l'opera L’anonimo autore degli affreschi usa uno , , adatto a comunicare il messaggio religioso ai fedeli che assistevano alla messa. Il Cristo tra i simboli dei quattro evangelisti riprende modelli bizantini, ma in modo molto più espressivo. Le pieghe della veste, schematiche e illuminate da tratti dorati, sottolineano un corpo vivo e reale, di cui si intuiscono, sotto il manto, gambe e ginocchia. È un’anticipazione delle novità che si avranno in pittura nel secolo successivo, con l’arte gotica. Fortissimo è il , che rendono le immagini vivide: i volti sono quasi bianchi, con solo alcuni dettagli rossi, le vesti gialle, blu e rosse, i colori tipici delle miniature dell’epoca. stile vivace quasi popolare contrasto tra colori diversi