L'OPERA SIMBOLO: Il lamassu Nell’arte della Mesopotamia le immagini raccontano grandi imprese e celebrano il potere del re. Raffigurare un evento, un re, un animale significa comunicare qualcosa a qualcuno. L’arte mesopotamica, per esempio, racconta le imprese di un eroe, oppure l’esito di una caccia, perché il popolo possa conoscerli. Ma alle immagini dipinte o scolpite si attribuisce anche il potere magico di tenere lontani gli spiriti maligni, e di proteggere quindi una casa o un’intera comunità. Arte assira, (721-705 a.C.), alabastro, h 420 cm. Parigi, Museo del Louvre. Toro alato di Khorsabad LA FORZA DEL RE L’arte consente anche di celebrare il sovrano, rappresentante in terra del potere divino, di diffondere la sua immagine, di costruirne il mito. Si possono raccontare le sue imprese militari con grandi scene di battaglia; oppure si può raffigurare il re mettendo in evidenza i segni della sua forza fisica o i simboli del suo potere. Queste grandi sculture assire sono chiamate “lamassu”. Raffigurano esseri semidivini benevoli, metà uomo, metà animale, con la forza di un toro, la leggerezza di un uccello e l’intelligenza umana. I lamassu venivano posti a protezione di porte e edifici. Questo, in particolare, vegliava sulla reggia del re Sargon II. La testa è probabilmente un ritratto del re stesso: dare il volto del sovrano a un essere semidivino significa attribuire al re il potere di donare pace, serenità e prosperità ai suoi sudditi. LA FORZA DEL RE