LA SCULTURA E I RILIEVI LA PIETRA SI ANIMA La ripetizione costante di modelli tradizionali e di regole fisse che – con poche eccezioni – si nota nella pittura è presente anche nella scultura egizia. Fin da tempi molto antichi in Egitto si producono a bassissimo rilievo con storie di condottieri, scene di vita, immagini religiose. La , a tutto tondo o ad altorilievo, è destinata in genere alla celebrazione di un defunto o alla rappresentazione di una divinità. La figura di solito è in piedi o seduta, in posizione statica e vista frontalmente; le proporzioni del corpo obbediscono a un codice preciso. Per gli Egizi la statua è una specie di “sostituto” della persona reale, e questo legame strettissimo è garantito dal nome del soggetto che solitamente è inciso sulla statua stessa. Nei corredi funerari, cioè l’insieme degli oggetti sepolti insieme al defunto, sono state ritrovate anche di piccole dimensioni: alcune raffigurano il defunto, altre servitori intenti a lavori quotidiani, al servizio perpetuo del padrone anche nell’aldilà (vedi p. 22.) lastre incise scultura monumentale statuette Donna che macina cereali IL RE UNIFICATORE Questa lastra incisa appartiene al periodo Predinastico ed è forse la giunta fino a noi. Si tratta del re Narmer, che alla fine del IV millennio a.C. unificò i popoli lungo il Nilo; il suo nome appare scritto in caratteri geroglifici, insieme a scene di battaglia e simboli del potere. La tavoletta, incisa sui due lati, mostra già i codici di raffigurazione che saranno costanti nell’arte egizia. prima raffigurazione di un sovrano egizio (3100 a.C. ca.), incisione su grovacca, 64x42 cm. Il Cairo, Museo Egizio. Tavoletta di Narmer IL CONDOTTIERO... A RIPOSO Il faraone Thutmosi III, vincitore di campagne militari in Palestina e Mesopotamia, è raffigurato qui nella posa più frequente per questo tipo di statue: seduto, con le mani sulle cosce. Indossa i : il , caratteristico copricapo di tela che dalla testa scende sulle spalle, e il cobra sulla fronte. Il faraone ha lo sguardo fisso in avanti, come se guardasse oltre il mondo terreno, per sottolineare il suo legame con la divinità. Il volto è appena scaldato dall’ombra di un sorriso. simboli del potere nemes (1479-1425 a.C.), diorite, h 170 cm. Torino, Museo Egizio. Il faraone Thutmosi III