LEGGI L'OPERA: Le tre Grazie Antonio Canova UN PO' DI STORIA Nella mitologia antica le tre Grazie sono le giovani figlie di Zeus e rappresentano la bellezza e la gioia, come indicano i loro nomi: Eufrosine (la lieta), Talia (la fiorente) e Aglaia (la splendente). Questo gruppo scultoreo è una delle opere più raffinate di Antonio Canova, che lo realizza a Roma quando ormai è celebrato in tutta Europa come uno dei massimi rappresentanti dell’arte neoclassica. 1813-1816 marmo, h 182 cm. San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage. Occhio al dettaglio La verosimiglianza della composizione è data non solo da dettagli di eccezionale realismo e raffinatezza, come le ciocche dei capelli mosse e arricciate, ma anche dall’atteggiamento delle tre figure: gli sguardi che si incrociano, le guance e le braccia che si toccano, le sottili dita della Grazia di sinistra che sfiorano il volto della Grazia centrale, in una carezza che sembra un reale gesto di affetto. Osserva l'opera Le sono un capolavoro di , che competono con la perfezione delle statue antiche greche e romane. Canova rappresenta le Grazie mentre si abbracciano. Le teste sono inclinate in direzioni diverse, i volti sono sorridenti e i corpi, lisci e carnosi, assumono posizioni sinuose. Le tre figure sono disposte a formare un triangolo: la giovane al centro infatti è lievemente spostata all’indietro ed è collocata un po’ più in alto delle altre due. Tutto ciò serve per dare al gruppo un leggero movimento e per rendere quasi viva la bellezza delle tre donne. Come spesso accade nelle statue di Canova, nell’opera compare un tessuto scolpito in modo molto realistico: le pieghe e i movimenti del morbido velo che si appoggia sulle cosce delle figure fanno risaltare per contrasto la in cui l’artista ricerca la cosiddetta “bellezza ideale”. Tre Grazie forme pure ed equilibrate levigatezza dei corpi nudi Confronta Bertel Thorvaldsen, (1817-1819), marmo, h 172,7 cm. Copenaghen, Museo Thorvaldsen. Le tre Grazie Lo scultore danese Thorvaldsen riprende molti soggetti delle opere di Canova, tra cui le Grazie. Tuttavia, mentre le tre figure dell’artista italiano si stringono in un abbraccio morbido e fluido come in un lieve movimento di danza, quelle del danese sono separate, ferme e perfettamente allineate. Canova crea forme pure ed equilibrate senza rinunciare a trasmettere un’idea di movimento e di vitalità; Thorvaldsen rappresenta invece una bellezza immobile, completamente distaccata dalle espressioni e dai sentimenti della realtà.